TFR anticipato in busta paga per i lavoratori che inoltrano questa richiesta, ma attenzione alla categoria esclusa

TFR

Ciascun lavoratore dipendente matura nel corso della propria carriera lavorativa il diritto al cosiddetto trattamento di fine rapporto. In pratica si tratta di una parte di retribuzione che deve essere accantonata da contratto, per poterne poi usufruire al termine del rapporto di lavoro. Quando fu introdotta, nel 1982, doveva sostituire la cosiddetta indennità di anzianità. Il diritto di ottenere questa somma si prescrive in 5 anni dal momento della cessazione del contratto.

Per molti questa cifra rappresenta una buona base economica per poter far fronte alle esigenze provvisorie che intercorrono tra un lavoro e l’altro. Eppure, il codice civile prevede che questa somma possa essere richiesta parzialmente anche prima di questo termine. Così, vediamo quando poterne usufruire. Infatti, arriverà un TFR anticipato in busta paga per i lavoratori che ne fanno richiesta e rispettano questi requisiti.

Le condizioni

Il lavoratore, per inoltrare la richiesta di TFR anticipato, dovrà aver svolto servizio per almeno otto anni presso lo stesso datore di lavoro. Questi, se richiesto, sarà tenuto a versarlo in una quota non superiore al 70% della cifra complessiva dovuta. Attenzione, però, perché le richieste pervenute al datore di lavoro in un anno non devono superare il 4% del totale dei dipendenti ed il 10% di quanti hanno diritto di richiederlo. Inoltre, la richiesta alla base dell’anticipo deve essere motivata. L’ordinamento riconosce il diritto a questa somma solo se il lavoratore attesta la necessità di far fronte ad alcune categorie di spesa.

Queste sono ad esempio quelle sanitarie, relative a terapie o interventi straordinari riconosciuti. Oppure ancora quelle concernenti l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa per sé o per uno dei figli. Inoltre, un genitore potrebbe richiedere il trattamento per sostenere spese eccezionali nel caso di congedi parentali. In questo caso, non sono necessarie documentazioni formali. Infine, può trattarsi di congedi non retribuiti per la formazione extra lavorativa (ad esempio conseguimento di un titolo di studio), oppure per partecipare ad attività formative riguardanti l’ambito aziendale.

Occorre sottolineare, però, che queste condizioni possono essere derogate in meglio dai contratti collettivi nazionali riguardanti ciascuna categoria e persino da accordi aziendali. Ciò significa che ulteriori tipologie di spesa potrebbero essere considerate valide. Inoltre, in caso di eccesso di richieste al datore di lavoro, i suddetti contratti potranno prevedere la priorità ad alcune categorie di lavoratori individuate. La buona notizia è che per conoscere l’ammontare della somma possiamo ora risolvere con un click. Attenzione, infine, perché l’anticipo si può chiedere una sola volta nei confronti del datore di lavoro. Inoltre, una categoria molto importante è esclusa dal beneficio.

TFR anticipato in busta paga per i lavoratori che inoltrano questa richiesta, ma attenzione alla categoria esclusa

La possibilità dell’anticipo è preclusa infatti ai dipendenti pubblici. Molti pensano sia possibile, ma sbagliano. Infatti, confondono questo strumento con uno avente nome simile ma caratteristiche ben diverse. Infatti, il cosiddetto anticipo del TFR nel pubblico impiego è stato introdotto nel 2019. Riguarda quell’accordo che intercorre tra l’ex lavoratore dipendente, che ha concluso il servizio pubblico, ed una banca. In sintesi, se hanno bisogno di liquidità, questi lavoratori possono richiedere un anticipo alla banca sul trattamento che ancora deve essere versato. Questo avviene previo riconoscimento di un piccolo tasso d’interesse. Infatti, le liste di attesa per l’ottenimento del TFR sono particolarmente lunghe e possono durare più di un anno.

Buone notizie però per quanti si avvicinano alla pensione. Infatti, potrebbero avere diritto a sconti fiscali che arrivano fino a 2.200 euro annuali se decideranno di utilizzare questo sistema per loro stessi o per un proprio figlio. Attenzione invece se rientriamo in questa categoria di contribuenti, perché abbiamo tempo fino al 31 marzo per richiedere il beneficio per l’anno 2020 e 2021.

Approfondimento

Si può modificare la scelta sull’accantonamento del TFR al fondo pensione o in azienda?

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