La Casa Bianca ha annunciato stanotte che il presidente USA, Joe Biden, ha avuto una conversazione telefonica con il leader cinese Xi Jinping. “Un’ampia discussione strategica, sono stati trattati temi i cui gli interessi dei due Paesi convergono. Ma anche le aree in cui gli interessi, i valori e le prospettive divergono”. Al centro dei colloqui c’è la questione della “responsabilità di entrambe le nazioni, per garantire che la concorrenza non si trasformi in conflitto”. Quindi una telefonata distensiva USA-Cina, ma a entrambi fa gola l’Afghanistan, “Arabia Saudita del litio”. Vediamo cosa vogliono dire questi annunci con la Redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.
Aria pesante già ai tempi di Trump
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Nelle ultime settimane il rapporto USA-Cina si è ulteriormente inasprito. Ma l’aria era già pesante all’insediamento di Biden alla Casa Bianca. La presidenza di Donald Trump aveva avviato una guerra commerciale tra le due potenze mondiali che non si è smorzata con la pandemia. Biden vorrebbe ora scongiurare un precipitare degli eventi. Anche a causa delle ultime dichiarazioni del leader cinese, Insomma, c’è stata una telefonata distensiva USA-Cina, ma a entrambi fa gola l’Afghanistan, “Arabia Saudita del litio”.
Ripartire col piede giusto
Secondo Xi, la politica degli Stati Uniti nei confronti di Pechino ha “causato serie difficoltà” nelle relazioni tra i due Paesi. La Cina avrebbe intenzione di cooperare su temi come l’economia globale o i cambiamenti climatici. Per ripartire col piede giusto, la cooperazione deve essere improntata al “rispetto delle reciproche preoccupazioni fondamentali”. La concorrenza, insomma, non deve diventare conflitto. O almeno non per ora. Ma su che cosa?
Da loro dipende il futuro del mondo
Il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che “quando Cina e Stati Uniti lavoreranno insieme, entrambi i Paesi e il Mondo intero ne trarranno beneficio”. Altrimenti saranno dolori. Xi ha rilevato che la Cina e gli Stati Uniti sono, rispettivamente, il più grande Paese in via di sviluppo e il più grande Paese sviluppato. Il futuro del Mondo è una questione a cui entrambi devono fornire una buona risposta. Vedremo se nel breve se Xi intende rallentare la corsa della Cina al dominio mondiale per mostrare uno stile più diplomatico verso il piano Biden.
La comunità internazionale divisa sull’Afghanistan
Dietro le parole dei portavoce, ecco che succede. La riconquista talebana dell’Afghanistan ha messo in allerta la comunità internazionale. Che punta gli occhi su tre superpotenze pronte a tutto pur di vincere. Gli USA in particolare sono in allerta perché Cina e Russia non hanno mai chiuso le loro ambasciate. Anzi, appena sgombrato l’aeroporto di Kabul, hanno annunciato che collaboreranno col nuovo governo talebano. Fu quasi un pronostico quello dell’Alto Rappresentante dell’UE Josep Borrell, il 19 agosto scorso disse: “Non possiamo lasciare che Cina e Russia prendano il controllo della situazione”. Rilevando la necessità di creare un’alleanza tra Ue, USA e Regno Unito, “per affrontare le conseguenze geopolitiche di quanto avverrà in Afghanistan”.
La Russia non si smarca
Dunque la Cina ha riconosciuto i talebani e la Russia per ora monitora la situazione: ma potrebbe aumentare la propria presenza. Basta guardare la grinta del viceministro agli esteri russo Alexander Grushko. La portavoce del ministro degli Esteri cinese Hua Chunying ha spiegato così il riconoscimento dei talebani versione 2021. Appaiono “più sobri e razionali”, ha detto, riferendosi a quando furono al potere in Afghanistan tra il 1996 e il 2001.
La corsa all’eldorado talebano
La corsa ai rapporti col governo talebano è partita dunque senza mezzi termini e un solo obiettivo: il sottosuolo afghano. Che è ricco di giacimenti di oro, rame, uranio, pietre preziose e litio. L’ultima rilevazione ufficiale risale al 1979: al tempo c’erano 1.400 siti minerari sfruttabili e 91 materie prime disponibili. Ma è chiaro che i satelliti avranno individuato molto altro, soprattutto riguardo alla presenza di litio. Una materia prima tra più importanti per il futuro, utilizzata per costruire batterie di smartphone. Ma anche quasi tutti gli apparecchi tecnologici in commercio. La sua disponibilità in questo Paese è così alta, che i geologi lo chiamano “l’Arabia Saudita del litio”.
L’Afghanistan è anche una miniera di ‘terre rare’
Oltre che di litio, il sottosuolo afghano è ricco di rame, cobalto e delle cosiddette “terre rare”. Si tratta di un insieme di 17 elementi chimici – tra cui scandio, ittrio e lantanoidi – utilizzati per la produzione di cellulari, batterie, televisori e strumentazioni militari. Nel 2010 il valore del patrimonio minerale afghano era stimato 1 trilione di dollari. È un quasi del tutto inutilizzato, il cui valore corre più del Nasdaq. Niente male per un Paese conosciuto soprattutto per le esportazioni di oppio.
Telefonata distensiva Usa-Cina, ma a entrambi fa gola l’Afghanistan, “Arabia Saudita del litio”
La Cina ha inserito il litio e le “terre rare” tra le risorse strategiche del futuro fin dagli Anni Novanta. Da allora ha continuamente stretto accordi con varie nazioni per il loro sfruttamento. Oggi in Afghanistan, i cinesi hanno contratti attivi per lo sviluppo di grandi infrastrutture specializzate in estrazione di minerali. Ma vogliono fare di più: la prossima tappa è includere il nuovo governo talebano tra i partner della nuova “Via della Seta”. Già proprio il faraonico progetto di Pechino per costruire infrastrutture terrene e marine idonee a migliorare i suoi commerci a livello mondiale, siglato da molti, Italia compresa.