Le misure assistenziali sono misure che spingono a non lavorare, questo è ciò che sostengono evidentemente al Governo dove dopo il reddito di cittadinanza si intende cambiare anche la NASPI. In pratica si pensa a tirare il freno a mano su quelle misure che per funzionamento, sono troppo favorevoli a soggetti che non hanno la minima intenzione di trovare un lavoro. Certo, non tutti gli italiani sono truffatori. E ci sono anche italiani che hanno bisogno di sussidi o indennità. Paragonare NASPI e reddito di cittadinanza può sembrare anche azzardato. Il primo è collegato al nucleo familiare, a redditi, patrimoni, ISEE e soglia della povertà. La NASPI invece è collegata all’attività lavorativa svolta nei mesi precedenti la richiesta di indennità di disoccupazione. Fatto sta che dopo le ipotesi di correggere e depotenziare il reddito di cittadinanza adesso trapela l’intenzione di mettere un freno pure alla NASPI.
La NASPI verrà accorciata dal nuovo Governo?
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Chi perde involontariamente il proprio lavoro ha diritto a un periodo indennizzato dalla NASPI. Infatti, salvo il caso delle dimissioni volontarie normali e non per giusta causa, qualsiasi sia l’evento che porta a perdere il lavoro da parte di un dipendente, apre alla possibilità di ottenere la NASPI allo stesso dipendente. In base al periodo di lavoro effettuato nei 4 anni che precedono la domanda, l’interessato ha diritto a determinati mesi di indennità. Nello specifico ha diritto al 50% delle settimane di lavoro che ha effettuato negli ultimi 48 mesi prima della data di licenziamento o dalla data di scadenza del contratto di lavoro. Essendo di 4 anni il periodo di osservazione, è di 2 anni il periodo massimo di NASPI ottenibile.
Taglio netto alla NASPI dopo quello del reddito di cittadinanza e le misure assistenziali diventano meno favorevoli
Proprio sulla durata della NASPI il Governo sembra convinto del fatto che sia una misura che spinge i beneficiari ad adagiarsi sugli allori. In pratica è una misura che come il reddito di cittadinanza spinge all’immobilismo lavorativo. Spinge chi lo prende a non mettersi alla ricerca del lavoro. Una cosa da dire però riguarda la natura delle due misure che anche se differenti, si somigliano. Sono in primo luogo due misure assistenziali. Inoltre sono due misure che hanno, parallelamente all’erogazione di un indennizzo in danaro, delle politiche attive del lavoro su cui si basano. I beneficiari di entrambe le misure (per il reddito di cittadinanza solo gli attivabili al lavoro), devono sottoscrivere presso l’ufficio di collocamento, il patto di lavoro.
Si chiama DID, ovvero dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro questo patto. I beneficiari di entrambe le misure in pratica devono dichiararsi disponibili alla ricerca del lavoro, disponibili a frequentare corsi di riqualificazione lavorativa e disponibili ad accettare nuove proposte lavorative. Politiche attive sul lavoro che evidentemente non funzionano. E con il reddito di cittadinanza si possono percepire 18 mesi di sussidio, rinnovabili di ulteriori 18, con la NASPI si arriva a massimo 20 mesi indennizzabili. Un periodo troppo lungo che il Governo adesso sembra propenso a tagliare.
Cosa cambierà
Sul reddito di cittadinanza il Governo pare intenzionato a levarlo completamente a chi ha età e forza per lavorare. Un taglio netto per soggetti in queste condizioni, che statistiche alla mano sono 600.000. E si cerca di accorciare la durata della NASPI che da 18 mesi rinnovabili di 18 in 18 praticamente all’infinito, passerebbe a massimo 36 nell’intera vita.
Infatti il progetto è di permettere 18 mesi di fila ad un beneficiario, poi 12 mesi e infine altri 6. Tre rinnovi massimo con pause tra un rinnovo e l’altro di almeno 6 mesi. Per la NASPI invece si pensa a ridurre il periodo di fruizione da 24 mesi per chi ha lavorato 4 anni consecutivi, a 12 mesi o poco più. La NASPI potrebbe passare da una misura erogata per la metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente, ad una indennità liquidata per il 30% delle settimane lavorate sempre nello stesso quadriennio. Dunque, taglio netto alla NASPI dopo le altre misure paventate.