Gli esperti di Proiezionidiborsa forniranno suggerimenti in modo da evitare i tagli di oltre 916 euro all’anno per chi andrà in pensione nel 2021. La riduzione dell’importo dell’assegno è davvero sensibile. I lavoratori che hanno diritto ad accedere al trattamento previdenziale a partire dal 2021 subiranno importanti perdite sull’ammontare annuo del rateo pensionistico. Di fatto l’unico modo per garantirsi un assegno pensionistico più elevato consiste nel trattenersi al lavoro ancora qualche altro anno. E ovviamente questa prospettiva non coincide con la volontà dei contribuenti che desiderano approdare alla pensione dopo tanti anni di sacrifici e fatica.
Nell’articolo “Quanti anni di contributi servono per andare in pensione nel 2021?” troverete informazioni sul montante contributivo necessario al trattamento previdenziale. Adesso invece vi parleremo dei tagli di oltre 916 euro all’anno per chi andrà in pensione nel 2021. I lavoratori che invece ricevono il rateo pensionistico dallo scorso 2020 subiscono perdite nettamente inferiori rispetto a chi accederà alla pensione nel biennio 2021-2022. Per assicurarsi un assegno più alto conviene dunque puntare su un montante di contribuzione più lungo continuando così a svolgere l’attività lavorativa.
Tagli di oltre 916 euro all’anno per chi andrà in pensione nel 2021
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I tagli agli assegni pensionistici dipendono dal fatto che sono cambiati i coefficienti di pensione nell’ultimo decennio. Ne consegue che chi attualmente accede al trattamento previdenziale all’età di 65 anni si ritrova a percepire una somma inferiore del 12% rispetto al 2009. Nel corso di dieci anni il mutamento dei coefficienti ha determinato una perdita pari a 916 euro sull’importo delle pensioni. Ad esempio, il lavoratore che va in pensione nel 2020 subirà una perdita di 25 euro rispetto al precedente anno. Ciò se ipotizziamo che l’ammontare annuo della pensione sia pari a 5.220 euro.
Chi è in pensione dal biennio 2019-2020 si ritrova a percepire 81 euro in meno se la base annua è pari a 5.245 euro. Il taglio più consistente sull’assegno risale al periodo 2010-2012 quando i pensionati hanno perso 516 euro rispetto agli anni precedenti.