All’orizzonte si profila la possibilità dell’attivazione del MES e i pensionati italiani si chiedono se rischiano di subire tagli sugli assegni pensionistici. I timori si annidano nell’animo dei contribuenti con più facilità in un periodo già funestato da un’incombente crisi economica. Si allunga sui conti correnti e sui portafogli dei risparmiatori italiani la nera ombra dei pagamenti in scadenza a giugno. Si approssima sempre più la scadenza delle proroghe e delle sospensioni che le recenti disposizioni governative hanno concesso ai cittadini in difficoltà finanziarie.
Scenari
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Gli scenari che potrebbero aprirsi con l’accesso dell’Italia al MES non si rivelano rassicuranti soprattutto sulla scorta di quanto accaduto in Grecia. I piccoli risparmiatori e i pensionati potrebbero ritrovarsi in condizioni simili a quelli dei vicini greci. Potrebbero subentrare con relativa facilità ulteriori decurtazioni al sistema economico nazionale. Ci si deve pertanto interrogare se in presenza di nuovi tagli con il MES: cosa rischiano i pensionati italiani?
Tagli con il MES: cosa rischiano i pensionati italiani?
Il rischio di un’erosione dell’importo solitamente corrisposto con l’assegno pensionistico fa tremare i pensionati italiani. Quel che è accaduto in Grecia a seguito dell’attivazione del MES ha raggiunto i contribuenti che hanno orecchie per intendere. I tagli del 20% sull’ammontare della pensione, in particolare a quelle il cui importo supera i 1200 euro mensili fotografano un’amara verità. Così come le decurtazioni hanno colpito i contribuenti che hanno imboccato il sentiero delle pensioni prima di aver compiuto i 55 anni di età.
A ciò si aggiunga, la scomparsa della tredicesima mensilità non solo per i pensionati, ma anche per i lavoratori con contratto di dipendenti statali.
Sulla scorta di quanto già verificatosi, è plausibile lo stato di preoccupazione che desta l’accesso al MES del nostro Stato. Del tutto inevitabile ipotizzare che con il MES si opereranno ulteriori erosioni e decurtazioni agli assegni pensionistici già intaccati dallo stop delle rivalutazioni.
Si teme altresì che il Governo non potrà dare ulteriore corso alle uscite anticipate dalle attività lavorative. I lavoratori italiani sarebbero così costretti a rimandare ancora il momento tanto agognato di approdare alla definitiva sospensione di ogni occupazione retribuita.