Sulle pensioni anticipate è tempo di dare i numeri con la Quota 104 che è temutissima dai lavoratori

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Ci sono davvero pochi soldi per la previdenza nella prossima Legge di Stabilità. Perché buona parte delle risorse, da parte del Governo guidato dalla Premier Giorgia Meloni, saranno destinate al contrasto al caro delle bollette della luce e del gas. E così ci sono tante ipotesi sul tavolo per le misure di pensionamento anticipato a partire dal 2023. In quanto, ad oggi, scadono alla fine del prossimo mese di dicembre non solo la Quota 102. Ma anche l’APE Sociale e l’Opzione Donna.

Ed il tutto mentre per la riforma strutturale della previdenza pubblica ormai è chiaro che tutto è rinviato all’anno 2024. Detto questo, l’APE Sociale e l’Opzione Donna dovrebbero essere prorogate almeno per il prossimo anno. Nel ricordare che con l’APE Sociale il requisito anagrafico per il ritiro dal lavoro è fissato attualmente a 63 anni di età. Mentre con l’Opzione Donna, avendo versato 35 anni di contributi, le lavoratrici dipendenti possono andare in pensione a 58 anni. Ed a 59 anni di età le lavoratrici autonome.

Sulle pensioni anticipate è tempo di dare i numeri in vista della Legge di Stabilità per il 2023

Mentre è sulla Quota 102 che si danno i numeri. Difficilmente, infatti, la misura sarà rinnovata così com’è. Anche perché la Lega guidata da Matteo Salvini spinge per l’introduzione già dal 2023 della Quota 41. Ma non potrà essere la Quota 41 secca sempre per problemi di coperture finanziarie.

E sulle pensioni anticipate è tempo di dare i numeri. Al punto che per quelle anticipate dal 2023 spunta anche l’ipotesi di una Quota 104. Ovverosia di una Quota 41 con un vincolo anagrafico fissato a 63 anni di età. Si tratterebbe, tra l’altro, di una misura di pensionamento anticipato tra le meno costose per le casse dello Stato. Soprattutto rispetto alle altre proposte che attualmente ci sono sul tavolo di confronto tra i partiti di maggioranza. Ma la Quota 104 sarebbe davvero pesante per i lavoratori in ragione di un requisito di contribuzione molto alto. E questo perché, lo ricordiamo, la cosiddetta Quota 41 secca permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi versati. Ma senza alcun vincolo di età da rispettare.

Perché quella del Governo Meloni sulla previdenza sarà davvero una mini riforma

Indipendentemente da come sarà modificata la Quota 102, è chiaro che, al pari dell’Esecutivo Draghi, pure quella del Governo Meloni per il 2023 sarà davvero una mini riforma delle pensioni. Nel ricordare, infatti, che la modifica sostanziale del Governo Draghi sulle pensioni è stata quella di lasciar scadere il triennio sperimentale della Quota 100. Ed istituire proprio la Quota 102 giusto per la durata di un anno.

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