Presto per i titolari di Partita IVA potrebbero arrivare davvero delle buone notizie. Al fine di pagare meno tasse sui ricavi e sui compensi percepiti. E questo perché il Governo guidato da Giorgia Meloni, in linea peraltro con le promesse fatte in campagna elettorale, è pronto alla revisione della tassa piatta.
Che è, nello specifico, un regime fiscale agevolato. E quindi di vantaggio per tanti piccoli imprenditori e lavoratori autonomi. E lo stesso dicasi pure per i liberi professionisti. Tutti rientranti nella cosiddetta categoria dei forfettari. Attualmente, infatti, per rientrare nella flat tax uno dei requisiti richiesti è quello del volume annuo di ricavi o di compensi. Che deve essere non superiore alla soglia dei 65.000 euro.
Sulla flat tax il Governo Meloni è pronto per le modifiche nella prossima manovra
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Ma presto questa soglia potrebbe essere innalzata. Aumentando così la platea di potenziali beneficiari dell’imposta sostitutiva e agevolata al 15%. La nuova soglia, in particolare, dovrebbe essere innalzata dagli attuali 65.000 euro a 100.000 euro.
Sulla flat tax il Governo Meloni, inoltre, punta ad introdurre una misura che sarà finalizzata ad incentivare la crescita delle imprese italiane. Nella fattispecie, attraverso l’introduzione della cosiddetta tassa piatta incrementale. Che dovrebbe prevedere una flat tax sui ricavi eccedenti il fatturato massimo. Quello ottenuto nei tre anni precedenti.
Quali sono i requisiti di accesso alla tassa piatta, dal costo del lavoro alle partecipazioni
Per i titolari di Partita IVA il limite dei ricavi o dei compensi annui, che potrebbe essere presto innalzato, è una condizione necessaria. Ma non sufficiente per l’accesso al regime fiscale agevolato. Tra le altre condizioni da rispettare, infatti, c’è quella relativa ai costi del lavoro. Attualmente, per i dipendenti e per i collaboratori, includendo pure il lavoro accessorio, la soglia annua non può infatti superare la soglia dei 20.000 euro. Aspettando sulla flat tax il Governo Meloni a confermare pure questa condizione. Oppure magari a rivederla in senso migliorativo. E quindi sempre a vantaggio delle piccole Partite IVA.
Altrimenti, se il limite sul costo del lavoro non è rispettato, la Partita IVA non potrà accedere alla tassazione piatta e, di conseguenza, dovrà operare nel regime fiscale ordinario. In più, l’accesso alla tassa piatta al 15% è precluso pure in caso di reddito da lavoro dipendente sopra la soglia annua di 30.000 euro. E lo stesso dicasi quando, nell’ambito della stessa attività svolta, e quindi dello stesso settore economico, il titolare di Partita IVA detiene delle partecipazioni in società di capitali e/o in società di persone.
Sulla flat tax il Governo Meloni annuncia cambiamenti. Ma perché la tassa piatta è vantaggiosa?
Al crescere del reddito imponibile, e comunque nel rispetto di tutti i requisiti sopra indicati, la flat tax è vantaggiosa in quanto si paga il 15% secco di tasse. E quindi niente IRPEF e niente IVA. Ma proprio un’imposta sostitutiva sui redditi dichiarati al Fisco. Mentre nel regime ordinario, per rendere l’idea, l’aliquota massima progressiva applicata, ai fini IRPEF, arriva al 43%. Precisamente, per la quota di reddito eccedente la soglia dei 50.000 euro.
Quali sono i provvedimenti fiscali attesi dal Governo Meloni, dal cuneo al quoziente familiare
Oltre alla revisione della flat tax, con l’introduzione di quella incrementale, il Governo Meloni punta ad altri importanti cambiamenti proprio dal fronte della pressione fiscale. A partire dall’introduzione del quoziente familiare. Passando per la riduzione del cuneo fiscale in modo tale da alleggerire il peso delle tasse sul lavoro per le imprese da un lato. Ed aumentare dall’altro il netto in busta paga ai lavoratori dipendenti.