Dichiarazioni mendaci, informazioni omesse e dati falsi su posizione lavorativa, composizione del nucleo familiare e residenze che poi si rivelano fittizie. Ecco come, pur non avendone diritto, i cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza provano ad accedere al beneficio economico.
Il 2022 potrebbe essere l’anno record delle domande di reddito di cittadinanza respinte. Su dati INPS, infatti, il massimo è stato raggiunto nell’anno di introduzione della misura. Ovverosia nel 2019, con 492.492 domande respinte. Pur tuttavia, nei primi nove mesi del 2022 le domande respinte sono state ben 456.331. E quindi, con l’ultimo trimestre del 2022, potrebbero segnare un nuovo record sopra la soglia delle 500.000.
Sul reddito di cittadinanza ecco 3 fattori di rischio, a rivelarli è direttamente l’INPS
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La crescita delle domande di reddito di cittadinanza respinte, tra l’altro, si deve alla stretta sui controlli preventivi. Ovverosia, evitare di concedere il sussidio a famiglie che rientrano in una situazione di potenziale rischio. Quindi di potenziale percezione indebita.
Non a caso, vediamo sul reddito di cittadinanza ecco 3 fattori di rischio. Che sono anche quelli più comuni associabili ai cosiddetti furbetti del reddito di cittadinanza. Precisamente, ha altresì reso noto l’INPS, il primo fattore di rischio, che porta in certi casi a dichiarazioni mendaci, è quello della residenza. Ossia la mancanza del requisito della residenza nel nostro Paese al fine di avere diritto a percepire il beneficio economico. Ciò, nel rispetto di tutte le altre condizioni di accesso alla misura.
Dalla posizione lavorativa alla composizione del nucleo familiare, ecco le false dichiarazioni più ricorrenti
Il secondo fattore di rischio riguarda la posizione lavorativa. Ovverosia false o omesse dichiarazioni sulla posizione lavorativa non tanto di chi presenta la domanda per il reddito di cittadinanza. Ma da parte dei componenti del nucleo familiare. Il terzo fattore di rischio più comune, inoltre, è quello relativo a false dichiarazioni sulla composizione del nucleo familiare.
Dal 2019 ad oggi ecco quante domande di RdC sono state respinte, revocate o decadute dal beneficio
Quindi, ancor prima dell’entrata in vigore dal 2023 della riforma del Governo italiano guidato dalla premier e leader di FdI Giorgia Meloni sul sussidio, i dati INPS confermano come la rete preventiva dei controlli abbia funzionato. Al riguardo, non a caso, sempre alla data del 30 settembre del 2022, l’INPS ha reso noto chele domande di RdC respinte sono state complessivamente 1.735.195. A partire dal lancio della misura nella primavera del 2019. 871.491, sempre a partire dal 2019, le decadenze. E 213.593 le revoche del reddito di cittadinanza.