Quello appena conclusosi è stato un anno molto difficile per Poste Italiane che non solo ha perso molto più della media del settore di riferimento, ma ha anche chiuso il peggiore anno della sua storia. Con il nuovo anno sul Ftse Mib le azioni Poste Italiane corrono, ma meno dei competitors: cosa fare?
La situazione del settore bancario in questo inizio 2023
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Questo inizio 2023 a Piazza Affari ha visto come assolute protagoniste le banche. Settore di riferimento, infatti, guadagna da inizio anno il 7,4% precedendo quello delle utilities. Tra gli assoluti protagonisti c’è Unicredit che ha guadagnato il 9,2% seguito da Banco BPM con un +8,43% e da Intesa Sanpaolo con un +5,93%.
In questa classifica dei migliori Poste Italiana si colloca quasi sul fondo con un rialzo del 3,39% precedendo Illimity Bank, Mediobanca e Banca MPS che chiude la classifica. Da notare che nessuno dei titoli del settore bancario è in territorio negativo.
Come potrebbe essere lo scenario di lungo periodo per Poste Italiane?
Di questo aspetto ci siamo occupati in un precedente report nel quale abbiamo analizzato il time frame mensile. Per selezionare i titoli più interessanti, però, abbiamo considerato i seguenti indicatori: il rapporto prezzo su utile (PE) e il rapporto prezzo su fatturato (PS). Inoltre, abbiamo anche considerato il rendimento del dividendo.
La conclusione è stata che Poste italiane potrebbe essere sicuramente un ottimo candidato per un’ottima performance nel 2023. Tuttavia, c’è un’importante resistenza da superare a livello mensile.
Sul Ftse Mib le azioni Poste Italiane corrono, ma meno dei competitors: cosa fare secondo l’analisi grafica?
Il titolo Poste Italiane (MIL:PST) ha chiuso la seduta del 5 gennaio a quota 9,512 euro, in ribasso dell’1,39% rispetto alla seduta precedente.
Nel breve le medie sono incrociate al rialzo e nemmeno il forte ribasso del 5 gennaio ha messo in discussione lo scenario rialzista. Inoltre, anche lo SwingTrading Indicator è impostato al rialzo.
Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia e monitorare con attenzione chiusure giornaliere inferiori alla media di lungo (linea rossa) che alla chiusura del 5 gennaio passava in area 9,2726 euro.