Attesissimo in settimana il cosiddetto «Decreto – energia» che si dovrebbe attestare su una spesuccia compresa tra i 5 e i 7 miliardi a sostegno di imprese e famiglie. È atteso anche perché molti aspettano di capire attraverso quale modalità ciascun utente beneficerà della misura. Nel frattempo molte imprese sono sul filo del rasoio. Le prime a poter chiudere i battenti sono soprattutto le cosiddette energivore (che cioè consumano grandi quantità di energia) e le piccole realtà imprenditoriali. È già successo in Sardegna dove un’azienda che produceva zinco ha mandato in cassa integrazione circa 400 operai.
Poi nel bresciano due acciaierie hanno sospeso la produzione per 2-3 ore al giorno in corrispondenza della fascia oraria più costosa. E sempre nel bresciano una fonderia ha sospeso le attività per 40 giorni mettendo in cassa circa 200 lavoratori. E l’elenco, stando alle ricerche sui maggiori motori di ricerca in rete, potrebbe continuare. Molte famiglie ancora non hanno ricevuto la prima bolletta del 2022 e sono col fiato sospeso in attesa della prevista stangata.
Tutela dei consumatori
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Nel frattempo, qualche giorno fa, molti Comuni e Città Metropolitane si sono tinte di blu notte. In segno di protesta hanno spento l’illuminazione pubblica per evidenziare i costi alti che questa comporta. La sortita però non è piaciuta ad Assoutenti – AU (Associazione Nazionale Utenti Servizi Pubblici) che ha lo scopo principale di «tutelare e promuovere i diritti fondamentali dei consumatori». E le motivazioni, documentate dalla stessa, sono state riportate anche da alcuni TG nazionali nella prima mattina di oggi.
Sul caro energia spunta la scialuppa di salvataggio degli «extra profitti» di Città e Comuni
L’Associazione riporta i dati in primo piano. E afferma tramite comunicato stampa che ben 224 Comuni italiani «in base ai più recenti dati IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale) detengono quote di partecipazione nelle società che erogano servizi di fornitura luce e gas». Questo significherebbe che grazie agli aumenti di luce e gas, queste realtà vedrebbero aumentare le entrate. Da qui la denominazione di «extra profitti» che Assoutenti suggerisce di utilizzare in soccorso di famiglie e imprese. Tali sommette sarebbero il risultato della differenza «tra i costi di produzione e i prezzi sui mercati internazionali di elettricità e gas». Solo per il 2022 l’ammontare stimato sarebbe di 27,9 miliardi di euro. Un bel gruzzoletto cui il Governo potrebbe «attingere» per aiutare i consumatori in affanno.
Le realtà interessate
Tra le realtà baciate dalla dea bendata, Assoutenti segnala i Comuni di Roma e Milano. Poi Torino, Bologna, Genova, Piacenza, Modena. Per il Sud, l’unica città interessata sarebbe Bari. Le altre realtà sono del Nord. E il monito è forte perché sul caro energia spunta la scialuppa di salvataggio degli «extra profitti» e «sarebbe immorale» non farne buon uso.