Gli indici hanno la caratteristica di rappresentare ampiamente il comportamento dei Mercati. Oltre ad essere parametri di riferimento, vengono utilizzati come strumento per investimenti in portafoglio, investimenti definiti passivi.
L’investimento indicizzato passivo è relativamente recente ma sta diventando sempre più popolare, soprattutto per chi è meno esperto in Borsa. L’indice S&P 500 è uno degli indici più noti al mondo; include l’80% del totale delle azioni negoziate negli Stati Uniti. Il Dow Jones Industrial Average rappresenta invece valori azionari di 30 società quotate in Borsa nel Paese. Troviamo poi altri indici importanti come il Nasdaq 100, il DAX tedesco, e in Italia il FTSE MIB, che racchiude le 40 maggiori società quotate in base alla capitalizzazione, volume di scambi e settore.
ETF e fondi indicizzati
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Esistono numerosi strumenti per diversificare il portafoglio e puntare sugli indici borsistici. Non sempre, però, si riesce a distinguere la differenza tra di essi, o come adottare la migliore strategia per scegliere se investire sul Dow Jones, sull’S&P 500 o altri indici. Anche perché se negli Stati Uniti ETF e fondi indicizzati vantano miliardi di dollari investiti e nel Regno Unito hanno una quota di mercato intorno al 20%, in Italia e altri Paesi europei l’offerta è davvero limitata.
Pensiamo poi alla differenza tra ETF e ai Fondi indicizzati; di primo impatto possono sembrare strumenti similari, ma si distinguono soprattutto per la disponibilità e per il metodo di acquisto. Entrambi i fondi presentano il vantaggio di costi di gestione contenuti e anche – in taluni casi – di basso rischio. Pensiamo ad esempio ai fondi indicizzati di tipo obbligazionario. Gli ETF sono però strumenti quotati in Borsa in tempo reale mentre i fondi indicizzati non necessariamente, e per acquistarli si deve fare riferimento a specifiche piattaforme.
Investire puntando su un ampio livello di diversificazione è oggi più facile proprio grazie ai fondi indicizzati e agli ETF. I risparmiatori possono contare su una strategia trasparente e relativamente semplice e su costi non eccessivi. È possibile investire mese dopo mese e non preoccuparsi troppo degli alti e bassi a breve termine. Ecco perché molti esperti consigliano di investire in entrambi gli strumenti.
Index option
Da menzionare, poi, l’opzione su indice: si tratta di un contratto derivato finanziario che si basa su un indice specifico o su di un settore particolare. Il possessore può accedere a opzioni call e put che gli permettono di acquistare/vendere le opzioni e di scommettere sulla direzione (al rialzo o al ribasso) di un segmento del Mercato o dell’intero indice di riferimento.
Le opzioni su indice vantano la peculiarità di concentrarsi su una determinata varietà di azioni piuttosto che una singola. In questo modo il rischio è maggiormente distribuito. Questo tipo di strategia è considerata però più rischiosa rispetto agli ETF o fondi indicizzati, e non bisogna dimenticare che in alcuni casi la tassazione è applicata in maniera diversa rispetto ad altri tipi di investimento. Ciò comporta una maggiore conoscenza dell’ambito, infatti per chi è meno esperto il consiglio è quello di affidarsi a un consulente.
In conclusione, l’investitore o risparmiatore ha dunque un’ampia scelta di strumenti alternativi all’acquisto/vendita di azioni singole quotate in Borsa, che gli permettono di ottenere una rendita passiva nel lungo periodo con rischi relativamente bassi.