Possibile che vi sia in corso un salvataggio di Stato, versione all’italiana?
Alla fine, le previsioni degli esperti e degli analisti erano giuste: Evergrande probabilmente è troppo grande per fallire.
Il Colosso dovrà/potrà beneficiare sicuramente di un grosso sostegno pubblico.
Con grande sollievo da parte degli investitori, il re del mattone cinese ha pagato, all’ultimo secondo, ma ha pur sempre pagato.
Strano a dirsi, ma Evergrande ha pagato i debiti
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Le cedole in scadenza per un importo di circa 148 milioni di dollari, tutte onorate.
In questo modo è stato evitato il gigantesco default proprio all’ultimo momento.
Per adesso nessuno si interroga circa la provenienza e le modalità di queste ingenti somme, anche se la risposta più logica è abbastanza semplice.
Il titolo dell’azienda è ovviamente rimbalzato di oltre 7 punti percentuali ed possibile prevedere una rotta verso un eventuale risanamento societario.
In Cina, oltre ad Evergrande, vi sono moltissime società legate al settore delle costruzioni e più in generale agli immobili, che presentano non solo debiti impressionanti ma tutte molto vicine al collasso finanziario.
Una serie di fallimenti a catena è lo scenario che attualmente il regime di Pechino non può permettersi.
Oggi, in particolar modo, quando il PCC ha definito il pensiero dell’attuale presidente XI Jinping come il pensiero di Mao nel XXI secolo.
La situazione finanziaria del colosso cinese rimane comunque in zona di massima allerta, e così anche per le altre società cinesi
Ma c’è un problema: la Cina ha fatto sviluppare un’economia manifatturiera impressionante ma ciò è stata creata dilatando in maniera eccessiva i debiti che sono stati contratti oltre ogni limite.
Il dumping effettuato dai cinesi ha, per forza di cose, dovuto creare debiti all’interno dei bilanci aziendali.
Una situazione determinata dal motto che “grande è bello”, e una volta grandi si può eliminare la concorrenza delle altre imprese, comprese quelle mondiali.
Il monte dei debiti di Evergrande rimane impressionante, sono 305 miliardi di dollari. Quello nazionale del nostro Paese è di 2.706 miliardi di euro a fine novembre 2021 e da qui possiamo capire l’entità del debito societario di questo colosso immobiliare.
Le Borse asiatiche hanno potuto avere un attimo di respiro e quella di Shanghai è salita ieri, ma oggi questo effetto è già passato ed ora sembra essere già in rosso.
E quindi, strano a dirsi, ma Evergrande ha pagato i debiti e la Cina, in fondo, ha seguito i passi della politica economica italiana dopo la grande crisi del 1929.
La costituzione prima dell’IMI nel 1931 e poi dell’IRI nel 1933 erano politiche nazionali a sostegno dell’economia, ma hanno causato conseguentemente un colossale debito.
I finanziamenti pubblici cinesi erano in ogni settore e in tal modo la lunga mano del regime di Pechino controllava almeno indirettamente l’economia del Paese.
Questo è quello che sta succedendo in Cina: grosso sviluppo economico, grande occupazione ma conseguentemente anche grandi debiti.