Siamo in un momento molto particolare per i mercati e l’economia globale. Dopo l’inflazione alta e le guerre in Ucraina e in Israrele, alcune Banche centrali hanno iniziato ad abbassare i tassi e altre lo faranno probabilmente entro il 2024. Si addensano frattanto fra gli investitori preoccupazioni circa un’evemtaule recessione e in alcuni casi per un’escalation delle guerre in corso. Inoltre, ai livelli attuali, i mercati da ottobre del 2022, sono saliti di oltre il 50%. Un rendimento del genere negli annali storici dal 1898 ad oggi, è stato registrato di media in 5 anni. Stop al rialzo a Wall Street? Vedremo cosa accadrà.
Un interessante punto di vista sui mercati
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Alberto Conca di Zest Asset Management sostiene che le obbligazioni statunitensi sono attualmente più attraenti delle azioni, poiché offrono rendimenti simili con minore volatilità. Il mercato azionario USA è debole a causa di fattori come l’elevato debito pubblico, tendenze demografiche sfavorevoli, tassi di interesse e redditività delle imprese.
Il debito pubblico degli Stati Uniti è in crescita, con il rapporto debito/PIL previsto al 165% entro il 2035. La crescita del debito supera quella del PIL e il costo degli interessi potrebbe aumentare significativamente se i tassi di interesse salgono. La metà del debito scade entro tre anni, il che potrebbe incrementare ulteriormente i costi.
Il “moltiplicatore del debito”, ovvero l’efficienza con cui il debito genera PIL, è diminuito, richiedendo sempre più debito per stimolare la crescita economica. Con un debito elevato, la crescita del PIL tende a rallentare, influenzando negativamente le valutazioni azionarie. Anche la crescita demografica e della produttività sono in calo, limitando il potenziale di crescita economica degli USA.
L’immigrazione contribuisce positivamente alla crescita della popolazione, ma i salari sono tornati a crescere solo moderatamente, intorno al 4%, un livello che non dovrebbe essere inflazionistico. Le aspettative di inflazione sono sopra il 2%, e l’espansione monetaria degli ultimi dieci anni ha portato a un aumento generale dei prezzi.
La redditività delle imprese ha visto una crescita media degli utili dell’8-10% a lungo termine, ma con variazioni cicliche. A novembre 2023, il mercato ha subito un calo del 24%, aumentando la probabilità di una recessione nei prossimi 18 mesi al 50%. Conca conclude che, data la situazione attuale, l’asset allocation dovrebbe favorire obbligazioni statali e corporate bond rispetto alle azioni, con possibilità di aumentare l’esposizione azionaria in caso di volatilità e correzioni future.
Stop al rialzo a Wall Street? Come mantenere il polso della situazione
La giornata di contrattazione del 13 giugno ha chiuso ai seguenti prezzi:
Dow Jones
38.647,11
Nasdaq C.
17.670
S&P500
5.433,73
Per il momento il quadro grafico è rimasto invariato. Inizio di una probabile fase ribassista con chiusure gironliere e pois ettimanali inferiori a:
Dow Jones
38.747
Nasdaq C.
16.645
S&P500
5.234.
La nostra attenzione è posta sui livelli appena menzionati e poi sulla scadenza del nostro setup rosso annuale del 27 giugno. Giugno saluterà il rialzo per qualche mese? Fino a ottobre? Torneremo su questo argomento nei prossimi giorni.
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