I fondi sovrani cinesi hanno deciso di bloccare gli investimenti nei fondi di private equity degli USA. La manovra farebbe parte di un piano per reagire all’imposizione dei dazi del 145% da parte del Presidente Donald Trump e al rafforzamento dei controdazi cinesi al 125%.
Ma non sarebbero solo gli investimenti diretti nelle società statunitensi a essere stati presi di mira dal Governo cinese, perché potrebbero essere interrotte anche le partecipazioni indirette nelle aziende americane.
Addio agli investimenti nel private equity USA da parte dei fondi cinesi: le conseguenze
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Per gli operatori di private equity, i cinesi sarebbero intenzionati a un dietrofront su tutti i coinvolgimenti futuri nei fondi americani e in alcune attività giù programmate ma non ancora compiute. In particolare, il fondo China Investment Corporation (CIC), una delle realtà asiatiche più importanti, sarebbe diretta a dichiarare la guerra finanziaria agli USA.

Addio agli investimenti nel provate equity USA da parte dei fondi cinesi: le conseguenze
Si tratterebbe di un cambiamento epocale, visto che i cinesi detengono tantissimo denaro nei principali gruppi di private capital americani (ad esempio, Blackstone, Carlyle, TPG). Solo negli ultimi 30 anni, i fondi cinesi hanno permesso al private equity statunitense di crescere, svilupparsi e raggiungere un valore di 4.700 miliardi di dollari. Anche nel periodo più recente, le restrizioni da parte dell’Occidente agli investimenti diretti nel settore delle infrastrutture e nelle aziende strategiche non avevano fermato Pechino. Ora, invece, gli obiettivi d’investimento potrebbero essere altri Paesi, come l’Arabia Saudita, il Giappone, la Francia e il Regno Unito.
L’Europa segue la Cina e abbandona gli USA?
Il fenomeno, tuttavia, non sarebbe circoscritto, perché le recenti vicende macroeconomiche e politiche sarebbero destinate a ridisegnare il mappamondo degli investimenti dei capitali. Non solo la Cina potrebbe dire addio per sempre alle allocazioni nei private equity degli USA, ma anche altri investitori internazionali. Tra questi, spiccano i fondi pensione dell’Europa e del Canada, da sempre considerati stretti alleati delle operazioni finanziarie che coinvolgono gli Stati Uniti d’America.
Il pericolo è stato evidenziato da Jonathan Gray, Presidente di Blackstone, che ha sottolineato come gli investitori di tutto il mondo stiano iniziando a sollevare dubbi sulla stabilità del mercato statunitense e quali pericoli possano portare i dazi.
Secondo l’FT, la situazione sarebbe destinata a importanti sviluppi, perché i cinesi avrebbero finora finanziato fondi americani fondamentali, come Global Infrastructure Partners, Thoma Bravo, Vista Equity Partners e Carlyle, e CIC possedeva un “fondo di partnership” con Goldman Sachs, per le operazioni in USA e nel Regno Unito. Il ripensamento da parte degli investitori contribuirà al rischio recessione?