Ci siamo appena riavuti da uno stato di malessere improvviso e siamo increduli di essere ancora vivi, perché abbiamo veramente pensato di morire. Siamo stati assaliti dalla paura senza un preciso motivo e abbiamo subito pensato di essere nel bel mezzo di un episodio a livello cardiaco pericolosissimo per noi. Pur essendo lucidi siamo andati in confusione e in preda al terrore di qualcosa di grave ma, dopo pochi minuti, tutto si è risolto e noi siamo stanchi e stiamo respirando piano, come quando ci riprendiamo da uno spavento. Ma che cosa può esserci successo? Stanchezza, dolori al petto, confusione, sintomi come quelli che abbiamo provato potrebbero non essere riconducibili a un infarto ma a un altro tipo di disturbo.
Gli attacchi di panico
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Sono gli attacchi di panico, quegli episodi improvvisi che farebbero pensare di essere colpiti da infarto. Questo perché alcuni sintomi sarebbero comuni in entrambe le patologie, come i dolori al petto o la nausea. Non è facile capire la differenza, ma conoscere alcune particolarità potrebbe aiutare meglio la comprensione dell’evento.
Stanchezza, dolori al petto, confusione potrebbero non essere sintomi di un infarto ma di una patologia meno grave e come capire la differenza
Nel corso di un attacco di panico, il dolore che possiamo provare al petto potrebbe essere di particolare intensità e localizzato nel mezzo del torace. Nel caso di infarto, invece, il dolore potrebbe essere più simile a una pressione, potrebbe iniziare al centro del torace e quindi irradiarsi al braccio, alla scapola o alla mascella. Un attacco di panico potrebbe poi risolversi in pochi minuti, mentre un infarto potrebbe invece avere un inizio lieve che peggiora in maniera rapida.
Cosa fare
Come sostiene la Fondazione Veronesi, la paura immotivata porterebbe a scambiare l’attacco di panico per un infarto del miocardio. L’attacco di panico, però, potrebbe dare origine a problemi psicologici ma non mettere a rischio la vita. Certamente la frequenza degli attacchi potrebbe compromettere la qualità della vita di chi ne soffre. Nel caso di episodi sporadici, potrebbe essere idoneo un aiuto psicoterapeutico, utile per imparare a riconoscere il disturbo ed affrontarlo. In caso invece di episodi più frequenti, il consiglio di uno specialista sarebbe necessario alla valutazione di una terapia farmacologica.
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