Sia che si tratti di pensione anticipata o di vecchiaia è necessario che sia il contribuente ad inviare specifiche richieste all’Ente previdenziale. E ciò perché nella maggior parte dei casi non avviene in automatico l’accredito di eventuali benefici. Pur tuttavia, arrivano fino a 1.270 euro di arretrati dall’INPS anche ai pensionati che presentano più tardi questa domanda. Pertanto più che attendere invano l’accredito di eventuali somme di denaro conviene muoversi e inviare istanza. Del resto anche a fine carriera è il lavoratore a dover presentare richiesta all’Istituto di Previdenza Sociale per ottenere il riconoscimento della pensione.
Allo stesso modo potrebbe verificarsi la revoca o la sospensione temporanea degli assegni mensili se dovesse mancare parte della documentazione. Non a caso l’INPS sospende il pagamento delle pensioni per 2 mesi a chi non presenta questa documentazione per tempo. Pertanto, è interesse dei contribuenti informarsi adeguatamente e con costanza sulla normativa e sugli aggiornamenti in materia previdenziale.
In tal modo non si corre neanche il rischio di perdere alcuni benefici economici che spettano ai pensionati in possesso di particolari requisiti. Ad esempio, pochi sanno che l’INPS paga assegni di vario importo a coniuge o eredi che inviano questo modulo entro 12 mesi.
Fortunatamente non tutte le richieste di agevolazioni economiche e/o contributive hanno specifici termini di presentazione. Infatti, comunque spettano questi assegni INPS arretrati sulla pensione anche a chi invia domanda tardivamente oltre la decorrenza. Ciò potrebbe rappresentare un importante vantaggio soprattutto per chi fa fatica a rispettare i termini di scadenza.
Spettano questi assegni INPS arretrati sulla pensione anche a chi invia domanda tardivamente oltre la decorrenza
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L’opportunità di richiedere i ratei arretrati all’Ente tuttavia non vale indistintamente per tutti i trattamenti pensionistici.
Ad esempio, nel caso della pensione anticipata chi si attarda a presentare istanza perde la possibilità di vedersi accreditati sul cedolino i precedenti assegni. Per non perdere neanche una mensilità i lavoratori precoci devono, infatti, richiedere l’anticipo pensionistico entro termini prestabiliti. Nello specifico, entro il 1° marzo o al massimo entro il 30 novembre di ogni anno. Oltre queste scadenze non hanno più possibilità di ricevere assegni pensionistici arretrati. Ciò perché la decorrenza dei pagamenti parte proprio dal momento della richiesta.
Diversa invece la situazione del lavoratore che matura il diritto alla pensione di vecchiaia. In questo caso infatti il contribuente non perde i ratei arretrati se dovesse presentare l’istanza di pensionamento più tardi.
Pertanto l’INPS provvede comunque a liquidare gli assegni spettanti a partire dalla data di decorrenza del trattamento previdenziale.