La normativa italiana prevede che al lavoratore cui sia stata riconosciuta una riduzione della capacità lavorativa superiore a due terzi spetti l’assegno ordinario di invalidità. Si tratta, quindi, di una misura destinata esclusivamente a chi lavora. O ha lavorato nell’ultimo lustro. Visto che si richiede, tra i requisiti, di avere almeno 5 anni di contributi accreditati, di cui almeno 3 nel quinquennio precedente. Al beneficio possono accedere solo dipendenti del settore privato e lavoratori autonomi. Ne restano esclusi, quindi, i lavoratori del pubblico impiego. Quello che non tutti sanno è che spettano fino a 3 anni di contributi figurativi se si fruisce di questa misura, ma solo in determinati casi.
Assegno ordinario, la normativa e il requisito sanitario
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Detto quali soggetti possano essere i fruitori dell’assegno ordinario di invalidità, è bene fare un rapido excursus anche sul requisito sanitario richiesto per il riconoscimento. La normativa non parla di 67% di invalidità riconosciuta. Ma di riduzione della capacità lavorativa superiore a due terzi. Che a prima vista potrebbero essere la stessa cosa, visto che l’invalidità civile certifica la perdita della capacità lavorativa. Ma non è così.
Mentre l’invalidità civile, infatti, attribuisce una percentuale sulla perdita della capacità lavorativa in linea generale, per l’AOI se ne richiede una specifica. Legata alle attitudini, al lavoro svolto, alle mansioni avute anche in precedenza. Il riconoscimento del beneficio, quindi, si basa sull’effettiva difficoltà che si ha nello svolgere il proprio lavoro.
Spettano fino a 3 anni di contributi figurativi al titolare di assegno ordinario di invalidità, ma solo in questi casi
In alcuni casi il titolare di assegno ordinario smette la propria attività lavorativa. Riconosciuto il beneficio, infatti, non è obbligatorio continuare a lavorare. Ma mentre si fruisce dell’assegno ordinario di invalidità, se non si lavora, si ha diritto ai contributi figurativi? La risposta è: dipende.
L’assegno richiede, anche per il rinnovo, di possedere almeno 5 anni di contributi versati. Almeno 3 dei quali versati nel quinquennio precedente la domanda. Ebbene, se il lavoratore non versa contributi mentre percepisce il beneficio, gli vengono riconosciuti i figurativi necessari per il rinnovo.
Esiste, però, un altro caso. Se il lavoratore smette l’attività e fruisce dell’assegno ordinario di invalidità e non ha raggiunto i 20 anni di contributi necessari per il trattamento di vecchiaia. In questo caso vengono riconosciuti fino a 3 anni di contributi figurativi per permettere il raggiungimento del diritto alla pensione. Ma attenzione: i contributi riconosciuti sono validi solo per il diritto e non per la misura. Questo significa che saranno perfettamente inutili per aumentare l’importo dell’assegno.
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