Prima di illustrarvi il meraviglioso sito delle Dolomiti, torniamo indietro di quasi duecentocinquanta milioni di anni, facile no? Questo ci aiuterà a capire perchè, se si vuole spendere poco visitando luoghi straordinari, le Dolomiti sono il posto che fa per noi.
Un tempo, al posto della Dolomiti, scorrevano le acque di un mare “preistorico”. Entro questo mare, caldo e poco profondo, brulicava la vita, nelle sue forme più primitive. Coralli, conchiglie e alghe si sono pian piano depositate, sedimentandosi. L’accumulo si è man mano indurito, diventando una roccia. Un bel giorno, la pressione della placca africana andò a scontrarsi con quella europea. Il risultato? Un innalzamento delle rocce oltre i tremila metri di altezza.
Quel giorno, che per semplicità abbiamo evocato, nacquero le Dolomiti.
È il 2009 e l’Unesco iscrive alla lista dei patrimoni naturali dell’umanità le Dolomiti: possiamo dire che la storia recente delle Dolomiti abbia avuto inizio proprio quel giorno.
Sono complessivamente nove i sistemi montuosi annoverati in questa lista, citandoli tutti concluderemmo anzitempo lo spazio a nostra disposizione. Per conoscerli meglio vi rimandiamo al seguente link.
Quali sono le caratteristiche delle Dolomiti?
Al di là del fascino e della bellezza indiscutibile, il paesaggio delle Dolomiti copre quasi tutta la gamma dei colori dell’iride, persino il rosa. È la composizione chimica delle Dolomiti a renderle così speciali e caratterizzare la loro particolare policromia. Le Dolomiti instaurano così un particolare rapporto con la luce, originando un particolare fenomeno fisico definito “Enrosadira”.
Cosa significa?
Significa che dall’alba al tramonto, al variare della luce, le vette e le facciate delle dolomiti si colorano di differenti tonalità. Il rosa, che da origine al termine “Enrosadira”, si accompagna al viola e all’arancio, passando per l’oro e il rosso. Possiamo definirle quindi un autentico caleidoscopio naturale. Chiudiamo con due aneddoti: perché sono note anche come Monti Pallidi? Perché nel corso della massima esposizione solare, nelle ore più calde della giornata, diventano letteralmente “pallide”. Infine, perché si chiamano “Dolomiti?” Perché il loro nome è in onore di uno studioso naturalista di origini francesi, che tra i primissimi si interessò dello studio della roccia. Il suo nome? Déodat de Dolomieu.
Spendere poco visitando luoghi straordinari? Nelle Dolomiti è possibile! Ma affrettatevi, quest’anno saranno una meta molto ambita