Sono sufficienti meno di 800 settimane di contributi per ottenere questi pagamenti dall’INPS già prima della pensione

INPS

Non tutti i lavoratori hanno la possibilità di raggiungere l’età pensionabile con un montante assicurativo alto. E anzi per alcuni la carriera professionale potrebbe interrompersi bruscamente a causa di eventi drammatici. Non è da escludere infatti la possibilità che il contribuente muoia prima di aver maturato il diritto al trattamento pensionistico, ma nella maggior parte dei casi ai familiari superstiti il Governo riconosce aiuti finanziari. A conferma di ciò riceveranno più di 1.000 euro queste vedove e conviventi cui l’INPS certifica redditi inferiori a 31.000 euro.

Il nostro Stato assistenzialista infatti stanzia fondi per garantire ai cittadini più deboli contributi concreti ai fini del sostentamento. A ciò si sommano spesso anche integrazioni sui ratei mensili che l’Istituto di previdenza versa a chi possiede determinati requisiti reddituali e anagrafici. A tal proposito, la Redazione avvisa che l’INPS paga fino a 655 in più sulle pensioni di reversibilità delle vedove in questi casi.

Quando invece il lavoratore decede prima di iniziare a percepire i ratei previdenziali si ha comunque diritto alla pensione indiretta e in particolare sono sufficienti meno di 800 settimane di contributi per ottenere questi pagamenti dall’INPS già prima della pensione. Ovviamente di tali assegni potranno beneficiare i parenti superstiti e primi fra tutti gli eventuali figli e soprattutto il coniuge che magari ancora svolge un’attività lavorativa e produce redditi.

In casi simili anche l’importo spettante del trattamento previdenziale potrebbe diminuire in proporzione alla condizione economica del familiare superstite. I nostri consulenti hanno infatti individuato quanto prende di reversibilità la vedova che lavora o percepisce già la pensione.

Sono sufficienti meno di 800 settimane di contributi per ottenere questi pagamenti dall’INPS già prima della pensione

Per diventare titolari di pensione indiretta è necessario il possesso di alcuni requisiti contributivi al momento del decesso.

Nella circolare 185/2015 dell’Ente previdenziale sono elencati i criteri di accesso al trattamento indiretto. In particolare si legge che si riconosce il diritto agli assegni pensionistici se il lavoratore defunto ha accumulato 780 settimane di copertura contributiva. Tale montante assicurativo corrisponde a 15 anni di contribuzione. In alternativa risultano sufficienti anche soli 5 anni di versamenti purché almeno 3 risalgano ai 5 anni precedenti alla data di morte.

Le percentuali spettanti a coniuge e figli sono identiche a quelle spettanti ai percettori della pensione di reversibilità. Ne consegue che al vedovo o alla vedova l’INPS liquida il 60% del rateo o l’80% in presenza di un figlio.

Anche per l’erogazione dei trattamenti indiretti si richiede che i beneficiari risultino fiscalmente a carico del defunto. Ma tale condizione non si applica né al coniuge superstite, né ai figli.

Consigliati per te