La vita talvolta può mettere di fronte a situazioni davvero dolorose come la perdita del compagno o della compagna di una vita. Tutti i progetti si interrompono bruscamente. Ciò che fino a ieri era la normalità diventa ad un tratto il ricordo straziante di una serenità che purtroppo non tornerà più. Tuttavia è necessario e doveroso continuare, accorciarsi le maniche per mandare avanti la famiglia e non sprecare i sacrifici fino a quel momento fatti. Talvolta può essere davvero difficoltoso, soprattutto quando a lavorare era soltanto la persona scomparsa.
Per questo il nostro legislatore ha previsto la pensione di reversibilità per tutelare i superstiti. Si tratta di un trattamento pensionistico riconosciuto in caso di decesso del pensionato o dell’assicurato in favore dei familiari superstiti. Inoltre con la circolare INPS n.19 del 1°febbraio 2022 si è assistito ad un vero e proprio terremoto in ordine alla pensione di reversibilità. Infatti l’INPS, seguendo l’orientamento della Cassazione, ha riconosciuto il diritto alla reversibilità anche al coniuge separato con addebito o per colpa, senza diritto agli alimenti.
Sono queste le vedove che riceveranno la pensione di reversibilità per intero senza avere tagli inattesi dall’INPS
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La pensione di reversibilità è pari ad una quota percentuale della pensione del dante causa già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato. In particolare al coniuge spetterà il 60%, l’80% al coniuge con un figlio, oppure a 2 figli senza coniuge. Nonché il 100% al coniuge con 2 o più figli, mentre il 15% agli altri familiari, 30% in caso di 2 genitori o 2 fratelli/sorelle.
Gli importi dei trattamenti pensionistici ai superstiti sono cumulabili con i redditi del beneficiario ma possono subire dei tagli se il coniuge superstite lavora. O, se ha comunque redditi superiori a 3 volte l’importo annuo del trattamento minimo di pensione. Il taglio è graduale e aumenta al crescere del reddito. La percentuale va dal 25% in caso di reddito tra 20.489,82 e 27.319,76 euro al 50% in caso di redditi superiori a 5 volte il trattamento minimo. Ma cosa accade per coloro che pur lavorando non superano la soglia di 20.489,82 euro? Sono queste le vedove che riceveranno la loro quota senza subire tagli. Allo stesso modo se nel nucleo sono presenti figli minori, studenti o inabili.
Inoltre il nostro legislatore prevede ad integrazione della reversibilità l’assegno di vedovanza qualora i vedovi siano inabili al lavoro o titolari di assegno di accompagnamento. In questo caso si potranno ottenere fino a 3.000 euro di arretrati.
Tuttavia si ricorda che la pensione di reversibilità può perdersi al sopravvenire di determinate situazioni. Ad esempio qualora la vedova decida di convolare a nuove nozze.