Nel 2022 il rischio di vedersi recapitato un avviso di accertamento potrebbe essere consistente. Non tanto per la caccia alle streghe quanto per gli impegni presi in sede di approvazione del famoso PNRR. In tale contesto è stata pianificata anche una attività fiscale volta a scovare i furbetti e a scoraggiare alcune pratiche scorrette. Infatti, oltre alle famose multe per chi supera la soglia del contante o per chi paga una prestazione occasionale senza comunicazione arrivano forti novità.
In particolare l’obiettivo atteso dall’amministrazione finanziaria è aumentare per fine anno l’invio di lettere di verifica del 20% rispetto al passato. Altro elemento indicativo sembra sia la richiesta da parte del Fisco di utilizzare i dati delle fatture elettroniche. Infatti i dati che espongono cosa si compra e quanto si paga sono coperti dal diritto alla privacy e possono essere utilizzati solo su richiesta al Garante.
Un esempio sono queste due spese per auto e casa che potrebbero rivelare la mancanza di coerenza con le dichiarazioni fiscali. Sembra evidente, quindi, che nel caso si aprisse la porta di accesso dati delle fatture saremmo di fronte ad un nuovo modo di fare accertamenti. Ovvero un nuovo redditometro.
Il 2022 l’anno delle verifiche fiscali
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In tale contesto le spese effettuate potranno essere verificate e monitorate in tanti modi. Per fortuna, però, i nuovi sistemi che muoveranno il futuro redditometro sono trasparenti. Infatti distinguono la tipologia di nucleo familiare, l’area geografica e considerano le spese certe o per elementi certi.
In pratica non scatterà automaticamente l’accertamento solo se l’acquisto dell’immobile o dell’auto sono sproporzionati rispetto al reddito dichiarato. Ciò in considerazione del fatto che la capacità di spendere potrebbe derivare da eventuali risparmi propri o di familiari. Esattamente come rappresentato all’art.4 della relazione illustrativa del nuovo redditometro.
Sono queste due spese per auto e casa che scatenano i controlli serrati dell’Agenzia delle Entrate
Invece ciò che potrebbe accendere la luce rossa sono le spese per condurre immobili o gestire le auto. Infatti, il tenore di vita, come rappresentato nella tabella dei consumi, potrebbe indicare un reddito diverso soprattutto se si paga a favore di terzi. Le spese elencate nell’apposita tabella relative all’abitazione sono quelle relative a rate di mutuo, canoni di locazione e fitti cosiddetti fittizi.
In tale ultima ipotesi, si attribuisce comunque un canone di locazione all’accertato in automatico in assenza di proprietà, fitto o comodato. Ma ancora, ci sono i canoni di leasing immobiliare e le spese per acqua e luce che vengono misurate in base a valori medi ISTAT.
Invece per i trasporti accendono la curiosità le spese per RCA, assicurazione furto incendio per auto caravan e moto. E ancor di più il bollo pagato per auto, moto e caravan propri o di altri. Stesso discorso per barche e velivoli. Infine sono sempre sottovalutate le spese per manutenzione di pezzi di ricambio, olio, carburanti e lubrificanti.
Attenzione perché se il reddito così ricostruito è superiore ad un quinto del reddito dichiarato, scatta l’invito al contraddittorio. Purtroppo in caso di mancanza di prove convincenti arrivano sanzioni.