Sono in arrivo sanzioni da 60 fino a 2.064 euro per queste imprese inadempienti e non da parte dell’Agenzia delle Entrate

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Da alcuni anni vige un obbligo preciso a carico di società e imprese individuali, quello di possedere una PEC. Il riferimento è alla Posta Elettronica Certificata, utile per più motivi come ad esempio le notifiche degli atti della P.A., comprese multe e cartelle esattoriali.

A quest’ultimo riguardo ricordiamo che la recente Legge di conversione del decreto Sostegni-ter ha riammesso a beneficio i decaduti di alcune vecchie sanatorie.

Ora, l’obbligo prevede che la PEC risulti iscritta presso il Registro delle Imprese e sia tenuta attiva. Tale adempimento sussiste dal 2008 per le società (D.L. 185) e dal 2012 per le imprese individuale (D.L. 179). Malgrado ciò, le disposizioni normative non sempre sono rispettate dalla generalità degli interessati. Ecco perché alcune CCIAA hanno avvisato gli utenti che sono in arrivo sanzioni da 60 fino a 2.064 euro per chi non è in regola.

Le disposizioni del D.L. Semplificazioni

Al fine di porre un argine a questo modus operandi, il D.L. Semplificazioni (n. 76)  dell’estate 2020 ha introdotto alcune novità. In primis ha riconfermato l’obbligo di tenuta e comunicazione della PEC. Poi è andato oltre, nella misura in cui ha previsto:

  • un domicilio digitale d’ufficio per le imprese inadempienti. Pertanto gli Enti camerali assegnano e iscrivono un indirizzo elettronico a chi non ha adempiuto in autonomia  all’obbligo;
  • un verbale di accertamento di inadempienza con relativa sanzione in denaro. Al riguardo gli importi partono da un minimo di 60 euro per le imprese individuali fino a un massimo di 2.064 euro nel caso delle società.

Sono in arrivo sanzioni da 60 fino a 2.064 euro per queste imprese inadempienti e non da parte dell’Agenzia delle Entrate

Non è raro, quindi, imbattersi in CCIAA alle prese con possibili elevazioni di questi  verbali. Negli ultimi giorni, ad esempio, sul portale della CCIAA Pisa è apparso un avviso all’utenza in questa direzione.

Il comunicato invita le imprese del territorio ad accertarsi della regolarità della propria posizione. Ossia a verificare la loro eventuale presenza nell’”Elenco posizioni senza PEC”. Sono questi i soggetti tenuti a mettersi in regola ed evitare possibili sanzione e apertura di indirizzo digitale d’ufficio.

Più in generale, per ovviare a questi inconvenienti è possibile fare la PEC comodamente da casa e in meno di 30 minuti. Una volta acquisito l’indirizzo elettronico bisogna comunicarlo subito e online al Registro delle Imprese.

Infine non resta che fare un rapido controllo sul buon esito dell’operazione e quindi di essere in regola. È sufficiente consultare il Cassetto digitale dell’imprenditore, accedendo con SPID o CNS. Poi procedere a scaricare la visura e infine controllare la regolare iscrizione e attivazione del proprio indirizzo PEC.

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