In Italia, secondo alcuni studi, si stima che siano circa 27 milioni le persone che soffrono di mal di testa. Quest’ultimo potrebbe essere il sintomo di varie patologie, a volte anche invalidanti, ma nella maggior parte dei casi non è così. Infatti, il dolore appare generalmente in maniera sporadica e con una bassa intensità, e sarebbe legato allo stile di vita. In questi casi si parla di cefalea muscolo tensiva, che si manifesta con una sorta di peso, o costrizione, che coinvolge tutta la testa. Invece, parliamo di emicrania quando le crisi sono forti e si associano anche a nausea, vomito e fastidio alla luce, ai rumori e agli odori.
Terapie farmacologiche
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Per curare le emicranie, o la cosiddetta cefalea a grappolo, si possono usare diversi farmaci, come ad esempio i farmaci triptani. Questi ultimi non prevengono il mal di testa, ma agirebbero sul dolore già presente, interferendo su alcuni meccanismi che regolano la pressione del sangue.
In poche parole, i triptani funzionano imitando l’azione della serotonina. Essi, infatti, attivano un meccanismo che porta alla vasocostrizione dei vasi sanguigni del cranio, limitando il classico mal di testa “battente”. Questi farmaci si possono assumere sia per via orale che attraverso un’iniezione, o per via nasale, con appositi spray. Se assunti per via orale, potrebbero fare effetto entro un’ora; se iniettati, invece, anche entro 15 minuti.
Sonnolenza, nausea ed irritazioni della pelle potrebbero essere solo alcuni degli effetti collaterali di questi farmaci che contrasterebbero il mal di testa
Tuttavia, come avverte l’Istituto Superiore di Sanità, anche i farmaci triptani potrebbero provocare effetti indesiderati, anche se transitori e di lieve intensità. Infatti, potrebbero manifestarsi:
- dolori muscolari o una sensazione di oppressione al petto;
- irritazioni o arrossamenti del volto;
- nausea;
- formicolii, torpore, sonnolenza e sensazione di caldo o freddo.
Dal momento che potrebbero provocare un lieve rialzo della pressione sanguigna, non è raccomandato il loro uso in caso di ipertensione.
Inoltre, sarebbero controindicati anche per i pazienti con:
- malattia ischemica del cuore;
- vasospasmo coronarico;
- arteriopatia periferica;
- malattia cerebrovascolare;
- insufficienza renale o epatica.
Infine, anche i triptani potrebbero interferire con altri farmaci, limitandone l’efficacia o producendo effetti diversi da quelli attesi. Quindi, è molto importante assumerli con cautela, soprattutto se dovessero presentarsi effetti collaterali come sonnolenza, nausea ed irritazioni della pelle. In questi casi, è sempre utile chiedere indicazioni al proprio medico curante.
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