Soldi conti correnti e depositi (i nostri) per rilanciare l’economia: come?

soldi

Sono giorni di studio su come e con quali soldi far ripartire il Paese. Potrebbe avvenire che si incentivino i soldi conti correnti e depositi (i nostri) per rilanciare l’economia: come? Del resto da un mese circa è uno sfornare di misure, di sostegni e aiuti vari a tutte le categorie possibili e immaginabili di cittadini. E non potrebbe essere diversamente data la trasversalità del (possibile) contagio e delle (concrete) conseguenze economiche per ognuno. Ma per il Governo nasce subito il problema delle fonti: da dove prendere i soldi? Anche alla luce del fatto che “la stamperia” è a Francoforte, in casa BCE? Sarà sicuramente fatto a debito, e le conferme a Roma non mancano. «Credo che molti interventi saranno finanziati a debito e quindi bisogna spalmarlo nel tempo con interessi molto ridotti». È quello che per esempio ha riferito stamane Antonio Misiani, vice ministro all’Economia, a una nota emittente radiofonica.

La necessità di scovare tutte le possibili coperture

Quindi è possibile che si attivino i soldi conti correnti e depositi (i nostri) per rilanciare l’economia: come? Sì, è possibile sempre secondo le parole del vice ministro. «Credo che dovremmo fare uno sforzo importante per mobilitare le risorse ferme. Ci sono 1.400 miliardi fermi sui conti correnti e depositi delle famiglie, che sono rimasti lì per anni per prudenza. Bisogna farglieli investire e trovare tutti i canali per rafforzare il sistema produttivo, ne stiamo discutendo e raccogliendo proposte». Parole chiare. Certo, vi sono dubbi sulle forme concrete con cui si procederà, ma è legittimo non si abbiano risposte per adesso: si è ancora alla fase dello studio. Meno dubbi affiorano invece sulla “struttura temporale” del prossimo debito. Ha infatti aggiunto: «io credo che anche l’idea di un’emissione di titoli a lunghissimo periodo, con un’alleanza tra risparmiatori, Stato e sistema produttivo per raccogliere risorse per il rilancio del Paese possa essere interessante».

Cosa ne verrà fuori da qui a breve?

Staremo quindi a vedere quali proposte verranno fuori in tema di soldi conti correnti e depositi (i nostri) per rilanciare l’economia: come? Di certo sulla lunga duration del debito non vi è alcun dubbio sulla convenienza dello Stato. Al riguardo, infatti, l’ideale per qualunque Governo sarebbe emettere debito a bassissimo tasso fisso e a scadenza a più decenni. Infatti nel caso in cui in futuro dovesse ripartire l’inflazione buona parte del debito sarebbe rimangiata “gratis”. Ossia lo Stato s’indebiterebbe oggi per 100 e a scadenza restituirebbe 100 nominali, ma effettivi molto meno. Per il resto è poi comprensibile l’opera del Governo di ‘smuovere’ ogni cittadino in prima persona, invogliandolo all’uso del proprio capitale. I danni sono tanti, e lo Stato non può permettersi più di tanto in prima persona: ha debiti di ogni specie e zero soldi in cassa. Ecco che allora potrebbe farsi strada la soluzione dell’allestimento del “framework”, ossia dell’allestimento di regole “amichevoli”.

Più veloce e a costo zero, poi l’iniziativa imprenditoriale sarebbe lasciata al cittadino. A cui, indirettamente, si delegherebbe il compito di far ripartire il volano dell’economia. Potrà bastare? Sarà sufficiente? Il cittadino italiano sarà veramente messo nelle condizioni ideali di poter fare impresa? Senza burocrazia, senza criminalità “affamata” (specie, ma non solo, al Sud), con un fisco equo e zero sprechi di risorse pubbliche? Domande difficili. La speranza è che il Covid-19 sia un momento di riflessione seria per tutti e non già dei soliti ritornelli “saremo tutti più bravi e più buoni”. Non se può più.

Consigliati per te