Soldi alla Imprese? Cosa non sta funzionando!

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Soldi alle Imprese? Cosa non sta funzionando!?

Il decreto liquidità di marzo ha previsto per le imprese la possibilità di ottenere una garanzia statale che va dal 100% per gli importi fino a 25 mila euro al 70% per gli importi superiori da chiedere in prestito alle banche.

Vediamo come funziona.

Il doppio sistema di garanzie

E’ previsto un doppio ordine di garanzie  per aiutare e dare soldi alle imprese messe in difficoltà a causa dell’emergenza economica causata dal coronavirus. Il primo farà riferimento al Fondo centrale di garanzia PMI, ulteriormente rafforzato, dopo l’intervento del decreto Cura Italia (D.L. 18/2020).

Il secondo, sarà rilasciato da SACE e interesserà tutte le imprese, senza limiti di fatturato.

Per il Fondo di garanzia, il decreto Liquidità,  ne prevede l’estensione per tutto il 2020 alle imprese fino a 499 dipendenti.

Sempre fino al 31 dicembre 2020, inoltre, l’importo massimo garantito per singola impresa sarà aumentato a 5 milioni di euro e la garanzia sarà gratuita.

I destinatari

Saranno ammissibili alla garanzia del fondo, con copertura al 100% sia in garanzia diretta che in riassicurazione, i nuovi finanziamenti ottenuti dalle piccole e medie imprese.

Anche alle persone fisiche esercenti attività di impresaarti o professioni la cui attività d’impresa è stata danneggiata dall’emergenza Covid-19  purché tali finanziamenti:

-prevedano l’inizio del rimborso del capitale non prima di 18/24 mesi dall’erogazione;

abbiano una durata da 24 fino a 72 mesi

-siano di importo non superiore al 25% dell’ammontare dei ricavi del soggetto beneficiario. Questo come risultante dall’ultimo bilancio depositato o dall’ultima dichiarazione fiscale presentata alla data della domanda di garanzia.  Ovvero, per i soggetti beneficiari costituiti dopo il 1° gennaio 2019, da altra idonea documentazione, e, comunque, non superiore a 25.000 euro.

Per tali finanziamenti la garanzia sarà concessa automaticamente, senza valutazione e il soggetto finanziatore eroga il finanziamento coperto dalla garanzia del Fondo. Quindi subordinatamente alla verifica formale del possesso dei requisiti, senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del gestore del Fondo medesimo.

La garanzia sarà concessa sempre fino al 100%, ma con valutazione del Fondo, per le PMI con ammontare di ricavi non superiore a 800.000 euro per finanziamenti che prevedano l’inizio del rimborso del capitale a partire da 18/24 mesi e abbiano una durata compresa tra 24 e 72 mesi e comunque, di importo non superiore al 15% dei ricavi medesimi.

Soldi alle imprese con ricavi superiori  a certe soglie

Per le imprese con un ammontare di ricavi non superiore 3,2 milioni di euro, la garanzia sarà pari al 90%, ma potrà arrivare al 100% con la controgaranzia di Confidi. I prestiti devono essere d’importo non superiore al minore tra il 25% dei ricavi e l’importo di 800.000 euro.

Potranno accedere al Fondo anche imprese con inadempienze probabili o con esposizioni “scadute o sconfinanti deteriorate”. Questo purché la classificazione sia successiva al 31 gennaio 2020, e le imprese ammesse alla procedura del concordato con continuità aziendale dopo il 31 dicembre 2019.

Con l’intervento di SACE, controllata al 100% da Cassa Depositi e Prestiti, si concederanno garanzie fino 200 miliardi di euro. Di cui almeno 30 destinati alle PMI, inclusi i lavoratori autonomi e i liberi professionisti titolari di partita IVA, che abbiano pienamente utilizzato la loro capacità di accesso al Fondo di garanzia PMI (5 miliardi di euro).

L’importo del prestito assistito da garanzia non potrà superiore al maggiore tra il 25% del fatturato annuo dell’impresa relativi al 2019 e il doppio dei costi del personale dell’impresa relativi al 2019.

Quali le soglie di garanzia

Sono previsti tre soglie di garanzia:

– 90% per le aziende con meno di 5.000 dipendenti e 1,5 miliardi di fatturato;

– 80% con più di 5.000 dipendenti e fatturato fino a 5 miliardi;

– 70% per le imprese con valore del fatturato superiore a 5 miliardi.

Il finanziamento coperto dalla garanzia dovrà essere destinato a sostenere costi del personale, investimenti o capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi e attività imprenditoriali che siano localizzati in Italia, come documentato e attestato dal rappresentante legale dell’impresa beneficiaria.

Soldi alla Imprese?

Eppure qualcosa, purtroppo, non sta funzionando.

Il sistema bancario,  ha abbastanza velocemente recepito il decreto liquidità ed avviato le istruttorie per le pratiche fino a 25mila euro.

Il problema è come sempre connesso alla lentezza dello stato che con il braccio operativo del Mediocredito tarda al rilascio delle garanzie e che non ha ancora dato avvio alle procedure per il rilascio di quelle attraverso il SACE.

Lo strumento in se non è certo dei migliori in quanto le perdite subite dalle imprese andavano coperte con dei contributi a fondo perduto in conto perdite.

Circostanza questa che continua a riecheggiare nelle bozze di un decreto rilancio che doveva essere di aprile e che ormai ad oggi 11 maggio stenta ad uscire.

Le imprese si sarebbero accontentate anche di un prestito così come strutturato nel decreto se solo almeno i tempi fossero stati veloci.

E si, perché in azienda tra le scelte che si prendono e la loro messa in campo deve passare un tempo brevissimo altrimenti, si rischia che le decisioni si rivelino inefficaci con tutte le conseguenze negative del caso.

Ed è proprio quanto sta accadendo con il decreto liquidità.

Per molte imprese la liquidità necessaria alla salvaguardia aziendale non arriverà mai o se arriverà sarà ormai troppo tardi.

La vita aziendale sarà compromessa con tutte le conseguenze negative collegate ai lavoratori, all’indotto ed al sistema economico.

E chissà magari, gli imprenditori potranno chiedere un congruo risarcimento allo Stato per i danni patiti connessi ai ritardi!

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