Il consumo di tabacco è una delle cause più rilevanti nella formazione di patologie neoplastiche e di disturbi cardiovascolari e respiratori. Sono più di 8 milioni le persone che muoiono ogni anno nel Mondo a causa delle malattie contratte per il consumo costante del tabacco. In Italia sono 93 mila i morti per colpa del fumo, cioè il 20% del totale dei morti tra gli uomini e il 7% nelle donne.
La giornata senza il tabacco che l’OMS organizzerà alla fine del mese si chiama “Il tabacco: una minaccia per il nostro ambiente”. Lo scopo è quello di sensibilizzare il pubblico, perché smettere di fumare è un passo importante per noi e per l’ambiente che ci circonda. I gas serra prodotti da questa industria corrispondono a 84 megatoni, con grave danno per gli ecosistemi e con sprechi di risorse incredibili. Sono 3,5 milioni gli ettari di terreno distrutti ogni anno per le coltivazioni di tabacco.
Dati da interpretare
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I Paesi in via di sviluppo sono colpiti due volte. Perché oltre che consumatori, si ritrovano ad avere il 90% delle produzioni in casa, ottenendo pochissimi vantaggi sul breve periodo e danni a cui non si può porre rimedio nel lungo termine.
La quantità di prove scientifiche che lega il fumo al cancro sarebbe enorme. I dati ISTAT dal 2017 a oggi hanno visto i numeri riguardanti i fumatori in discesa. Al 2020 i fumatori sono risultati meno di 10 milioni, con prevalenza per il sesso maschile e per la fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Le vendite di sigarette confezionate sono nettamente diminuite in questi anni. Questo dato, però, andrebbe analizzato attentamente. Perché le vendite di sigarette per dispositivi che riscaldano il tabacco e quelle del trinciato sono, invece, aumentate. Quindi, si tratterebbe di un cambiamento di abitudini, ma non a favore di salute e benessere dell’organismo.
Smettere di fumare è un passo importante verso il benessere, il 31 maggio troviamo un motivo per farlo seguendo questi consigli
Smettere di fumare continua a rimanere il più importante investimento che possiamo fare per la nostra vita e per la nostra famiglia. Le prime 24 ore dopo l’ultima sigaretta sono molto complicate e nei primi 4 giorni i sintomi dell’astinenza sono più forti. Potrebbero diminuire, però, dopo la prima settimana e ancora di più dopo il primo mese. Il malessere fisico dovuto alle conseguenze del fumo potrebbe, invece, durare per diversi mesi.
La necessità di fumare dura pochi minuti, quindi adottare comportamenti che ci proteggano durante questo lasso di tempo potrebbe essere d’aiuto. Bere acqua, camminare, masticare una gomma senza zucchero o chiacchierare con un amico ci permetterebbero di distrarci e di concentrare l’attenzione verso altre cose.
Inoltre, è importante cambiare le abitudini alimentari. Non tutti ingrassano quando si smette di fumare, in ogni caso attività fisica e dieta sarebbero fondamentali per ritrovare l’equilibrio fisico che l’astinenza potrebbe farci perdere. L’impegno è grande, ma il traguardo vale il sacrificio.
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