Il lockdown ha costretto molti dipendenti a lavorare in smart working da casa e a ritagliare uno spazio di lavoro per sé e per i figli in soggiorno e nelle camere da letto. Ma se la casa possiede un seminterrato, è ora di farlo diventare un ufficio. E se c’è una tavernetta, va trasformata in studio. La tavernetta è una moda nata negli Anni Settanta. Con caminetto, tavoli rustici, hi-fi e divani a quadrettoni, era un hub dedicato alla convivialità con gli amici. Altri preferivano tenere vuoto questo locale, di solito di fianco al garage.
Per utilizzarlo come laboratorio di falegnameria, ripostiglio o cantinetta per conservare il vino. Negli anni Novanta qualcuno ci ha guadagnato in benessere, trasformandolo in spa e la palestra. Ecco, secondo gli esperti della nostra redazione lifestyle, come si dare nuova vita, oggi, al seminterrato per farlo diventare ufficio. Con l’aiuto del bonus ristrutturazioni, diventa uno spazio perfetto per il lavoro professionale.
Lo spazio studio/lavoro
Indice dei contenuti
La tavernetta può essere trasformata, anche con l’aiuto di tramezzi o pareti attrezzate, in uno spazio adeguato allo studio o al lavoro, anche condivisibile con i figli. Sarebbe meglio se potesse godere di una buona luce naturale, proveniente da sinistra o da davanti, rispetto alla scrivania.
Se l’attività lavorativa o di studio non prevede il ricevimento frequente di visitatori, il seminterrato può anche non essere totalmente isolato dal resto della casa. Restare accessibile, consentendo la giusta privacy, con porte e pannelli a soffitto fonoassorbenti. Altrimenti, se si ricevono persone esterne, bisogna predisporre un accesso indipendente, ben disimpegnato dai locali domestici. E soprattutto dotarsi di un bagno.
Come suddividere lo spazio
Smart working post-Covid? Riorganizza la tavernetta. La tavernetta classica di solito era divisa in due locali: un grande tinello con caminetto e angolo cottura e un bagno dove spesso era comodo mettere la lavatrice, per aver meno rumore nell’appartamento al piano di sopra.
Adesso bisogna suddividere l’open space in tre pezzi: un bagno senza lavatrice, una zona ingresso dall’esterno o dal piano di sopra, un locale intermedio detto archivio che può anche contenere un piccolo tavolo. Da questo si accede al locale studio vero e proprio, dove si può godere ancora del tepore del camino nei mesi invernali. Perché l’archivio cartaceo e la biblioteca sono stati sistemati in un locale separato. Meglio non correre rischi di incendio, insomma.
L’angolo per masterclass di fotografia o food
Se nel seminterrato si tenessero masterclass di fotografia o di food, si devono creare spazi diversi. Il fotografo può ridurre al minimo il bagno per ricavare un locale camera oscura, che ha bisogno di corrente d’acqua. Se il seminterrato servisse per tenere corsi di cucina, c’è bisogno di una superficie abbastanza grande. Deve sempre contenere un archivio/ufficio e un bagno.Ma ha bisogno di due locali di dimensione non inferiore a 10 mq per ospitare la zona pranzo e la cucina. La cucina dovrà essere suddivisibile in 5 aree: cottura, lavaggio da un lato, dall’altro frigo e cottura forno. Con un piano di lavoro di fianco al forno o al centro della stanza.