Quando si parla di linfoma si fa riferimento a un tumore che riguarda i linfociti cioè le cellule che difendono l’organismo dalle infezioni. Si tratterebbe di un attacco al nostro sistema difensivo che subiscono gli organi in cui i linfociti si trovano, per esempio milza o midollo osseo. L’attacco, però, potrebbe riguardare anche altri organi. I linfomi più diffusi riguarderebbero le cellule B e T, le cause non sarebbero state del tutto chiarite.
Ciò che accade è che si ha un eccesso nella produzione di cellule a causa di una mutazione genetica. Le cellule più vecchie invece di morire ed essere sostituite dalle giovani continuano a crescere accumulandosi nel sistema linfatico.
Quando prestare attenzione
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I sintomi iniziali dei linfomi potrebbero riguardare l’ingrossamento dei linfonodi nel collo o dell’ascella. L’ingrossamento non significa che ci sia per forza la presenza di un linfoma, probabilmente è il sistema immunitario che sta combattendo un’infezione. A livello addominale a ingrossarsi potrebbe essere la milza o lo stomaco. Quindi, potremmo sentirci spesso sazi senza aver mangiato o avere nausee frequenti.
A livello toracico, invece, avremmo tosse o difficoltà a respirare. Mentre se dovessimo avere problemi con la parola o con le emicranie potrebbe essere il sistema nervoso a essere stato colpito. Prestiamo attenzione anche a sudorazioni notturne e a febbre frequente che insieme alla perdita dell’appetito e alla stanchezza cronica potrebbero darci seri avvertimenti.
Cellule fuori controllo
Quando sono le cellule T a essere prodotte in maniera anomala a livello della pelle, si parla di linfoma cutaneo. Il tumore nasce nell’epidermide e poi potrebbe trasferirsi ad altri organi. Questo avverrebbe soprattutto in età avanzata e con maggiori percentuali che interessano gli adulti maschi. Esistono diverse prognosi a seconda dei casi. Le più gravi sarebbero quelle che riguardano la sindrome di Sezary e il linfoma periferico a cellule T. Mentre avrebbero prognosi più miti le micosi fungoidi e i linfomi sottocutanei. La cute sarebbe il bersaglio preferito delle cellule T, la progressione può essere lenta o veloce e sarebbero allo studio le incidenze che potrebbero avere sulla malattia fattori ambientali e lavorativi.
Sintomi iniziali dei linfomi, danni sulla pelle delle cellule T e mortalità
I linfomi a cellule T si sviluppano in percentuali differenti a seconda dell’area geografica e con caratteristiche cliniche e patologiche molto diverse. I farmaci a disposizione starebbero aumentando e nuovi studi sono sempre in evoluzione per migliorare trattamenti e aspettative di vita. La maggior parte dei pazienti ha più di 50 anni quando contrae questo tipo di patologia e la sopravvivenza dipenderebbe dallo stadio della malattia al momento della diagnosi.
Lo stadio I prevede un’aspettativa di vita che riguarderebbe anche le patologie prive di micosi fungoide. Lo stadio II prevedrebbe un’aspettativa di vita maggiore di 5 anni, mentre lo stadio IV poco più di 2 anni.
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