Jannik non ce l’ha fatta. Troppo forte il Novak Djokovic visto ieri. Batterlo in una settimana è forse possibile. Farlo due volte a distanza di pochi giorni, assolutamente no. Nonostante la fiducia di tanti, compresi molti addetti ai lavori, pensare di vincere ancora contro il serbo era esercizio da veri ottimisti.
Sinner non ha vinto ma ci ha provato, nel secondo set ha avuto qualche chance, ma è stato piuttosto evidente, sin dai primi scambi, che Djokovic aveva cambiato marcia rispetto a martedì. Il pubblico ha sostenuto l’altoatesino come meglio non avrebbe potuto, ma, alla fine, ha dovuto riconoscere la grandezza dell’avversario. Sette titoli nel torneo tra i migliori otto giocatori del mondo: un altro dei tanti record che spingono Nole sempre più nella leggenda del tennis.
Jannik ha ringraziato il folto pubblico presente nel capoluogo piemontese, che lo ha adottato in una settimana davvero incredibile. 174 mila biglietti venduti, per un successo che ha consacrato un torneo organizzato in maniera esemplare. Ancora una volta, il nostro paese ha fatto vedere che se vuole, può. Tanto vituperato, tanto criticato, soprattutto al suo interno, eppure molto spesso all’altezza.
Torino risponde presente alla chiamata delle Finals
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Fino al 2025 il torneo rimarrà in Piemonte, ma si sta già lavorando alla conferma anche per le prossime edizioni. L’Arabia Saudita e i suoi petrodollari saranno l’avversario principale, ma il presidente della Federtennis Biraghi lotterà per far restare l’evento in Italia. Con un Sinner oramai definitivamente tra i grandi, la speranza che possano presto seguirlo Musetti e Arnaldi e che magari ritorni Berrettini, altri sponsor potrebbero essere allettati.
Torino è uscita in maniera trionfale dall’evento, con numeri da record. Ha proposto il torneo più ricco di sempre e ha saputo far sì che gran parte della città ne guadagnasse. Moltissimi turisti hanno invaso il capoluogo, riempiendo alberghi, negozi e ristoranti.
Sinner non ha vinto, l’Italia e Torino sì: ritorno economico da record
Ecco alcuni degli straordinari numeri sciorinati nella conferenza stampa di chiusura evento. Impatto economico delle Atp Finals sulla città di Torino superiore del 15% rispetto al 2022. Se poi andiamo ancora più indietro, la prima edizione del 2021 ha avuto una ricaduta economica di circa 100 milioni di euro. Quella del 2023 è stata calcolata in oltre 300 milioni.
Non solo, rispetto al 2022, è aumentata la forza lavoro, salita a quasi 2000 occupanti, contro i 1300 dell’anno scorso. I 174 mila spettatori presenti hanno speso, in media, circa 311 euro a testa durante il loro soggiorno in città. La gran parte di loro è arrivata dall’estero, portando denaro anche allo stato italiano, sotto forma di tasse pagate sugli acquisti.
Gran parte dei ristoratori ha segnalato il tutto esaurito sia durante la settimana che nel weekend. L’afflusso principale è da ricondurre agli spettatori che poi hanno deciso di spostarsi dal centro verso il Pala Alpitour per assistere ai match.
Sinner non ha vinto, l’Italia e Torino sì. Così si potrebbe sintetizzare al massimo la terza edizione di un evento, le Atp Finals, che, come al solito nel nostro paese, era stato accolto con scetticismo. Perché noi italiani facciamo così fatica a capire che una grande manifestazione, se gestita bene, può provocare benefici economici su moltissime attività produttive? Perché vediamo sempre e solo l’aspetto speculativo e di opportunismo, senza concentrarci sui guadagni per la collettività? Ai posteri, l’ardua sentenza.