‘Siamo al punto in cui Caligola elesse senatore il cavallo?’ Il commento del Vecchio Grim sull’andamento dei Mercati

'Siamo al punto in cui Caligola elesse senatore il cavallo?' Il commento del Vecchio Grim sull'andamento dei Mercati

Commento settimanale del vecchio Grim. Macro / Micro Usa: Siamo al punto in cui Caligola elesse senatore il cavallo? Probabilmente si.

Quindi operativamente, come già detto le volte scorse, per il momento, in un largo trading range s&p 500 4800/5700, mosso da
headlines, buy gradualmente risky asset su ribassi, con qualche hedge: la mia strong convinction è che entro 6 mesi / 1 anno l’S&P500 sia nettamente sopra 6000 e non a 4000 come pensano non pochi investitori.

Headlines is the short-term name of the game più dello stesso DeMark da analisi tecnica. In the meantime, buy gdx / oro, grazie ai continui acquisti di Banche Centrali asiatiche, in primis Cina e India, da sole in grado di assorbire per qualche anno la nuova produzione, una sorta di qe su gold , bravo A. Cesarano (Intermonte) che lo ha capito prima degli altri.

Equity Europa, Cina e aggiungerei l’India potrebbero nel breve fare un po’ meglio dei risk asset made in Usa, ma longer term io non penso affatto che l’s&p 500 a 6100 coincida con il picco dell’”eccezionalismo” Usa. Non sara’ certo il Caligola / Trump a distruggere la tech di Cupertino, la più alta produttività Usa ecc.

Certo Trump / Caligola è riuscito, come dicevo la volta scorsa, a spazzar via all’apparenza – sottolineo all’apparenza – i 3 driver di creazione di ricchezza mondiale:

  • innovazione tecnologica (taglio dei fondi a ricerca/ università) ;
  • demografia (il messicano magari illegale ma non criminale, a più basso costo, serve ….);
  • globalizzazione, tipico ” issue politico” , dove i dazi vorrebbero creare l’illusione di far rientrare il trading deficit cui si accompagna un avanzo dei movimenti dei capitali.

La conseguenza è la stagflazione, dove diventano più poveri i ricchi e i poveri, insomma sia wall street che main street; anche uno studente del primo mese del corso di Economia Politica lo capirebbe, Stiglitz ce l’ha ricordato; più che andare a baciargli il …..si sta sparando nei ….

L’ultima sortita di Caligola/Trump è stata quella di avversare le decisioni di Powell, più che condivisibili in una possibile short term
stagflazione, sembrerebbe questa ultima sortita -sottolineo- sembrerebbe l’elezione a senatore del cavallo….

Se poi aggiungiamo l’innalzamento del rischio geo politico con l’aumento della possibilità di invasione di Taiwan dei Cinesi…

china-taiwan-stock-market

…, come possibile ritorsione da dazi, l’apparenza ci dice che Trump forse sta superando lo stesso Caligola; in realtà, il Nyt ha scritto di recente che Trump avrebbe sventato un possibile attacco di Israele contro l’Iran a un passo dalla bomba atomica.

D’altra parte Benjamin, sia per la destra e sinistra Israeliana, oltre che su Hamas, non avrebbe dovuto continuare a fare il “lavoro
sporco” fino ad arrivare a bombardare l’Iran, per riaccreditarsi? Insomma, all’apparenza Trump avrebbe elevato il rischio geo politico; se il nyt avesse ragione l’avrebbe invece decantato: tricky story.

Ma è Trump il Caligola dei nostri giorni? La fine di Caligola si conosce, nel caso di Trump sarebbe il suo stesso congresso a sfiduciarlo decretandone la fine: congress put al posto di Trump put? D’altra parte il congresso repubblicano aspira ad essere rieletto, problema che Trump non avrebbe al termine dei suoi ultimi 4 anni. Ciò si accompagnerebbe a una Fed put in ipotesi di meltdown generalizzato.

Io non penso che Trump sia Caligola, perché?

trump-dazi

Quanto sta accadendo, pur nella sua longeva ideologia pro dazi, mi sembra una riedizione del suo primo mandato: la storia ideologica dei dazi di Trump si arenò con accordi commerciali, ricordo in primis quello con i cinesi, peraltro mai rispettato per l’ avvento della pandemia del 2022, equity da -20% risalì a quasi flat, poi ci fu il -20% Powell driven del dicembre 2018, laddove questi alzò i tassi, sebbene su livelli sensibilmente inferiori a quelli attuali; ne scaturì un furioso litigio con Powell, la storia si ripeterebbe.

Powell poi in retromarcia  grazie all’intervento a supporto di Trump della “vecchia” Yellen, equity che nel 2019 risalì vertiginosamente. Yellen che ha cercato di salvare Biden -non riuscendoci- alimentando una una spesa pubblica Usa fuori controllo.

E il cavallo al senato del primo mandato di Trump?

Potremmo identificarlo con la inventata guerra “atomica “con la Korea del Nord, si aspettava il lancio di una bomba su Los Angeles….poi finita con una stretta di mano. Sono convinto che tra headlines positive e/o negative Trump dei prossimi mesi somiglierà sempre meno a Caligola, si susseguiranno vari accordi commerciali dove porterà un po’ di acqua al suo mulino anti deficit commerciale.

Egli dichiarerà vittoria su tutta la linea, vittorie di Pirro direi, tanto i 350.000 dipendenti di Apple in Cina resteranno dove sono; riportarli in Usa significherebbe vendere l’iPhone ad un prezzo più del doppio.

Per fare qualche altro banale esempio, la merce Amazon che copiosa mi arriva a casa sovente è made in Cina, con i dazi al 145% il prezzo salirebbe oltremodo, e produrlo in Usa a pari costo mi sembra impraticabile. Il punto è che anche volendolo la Apple non troverebbe, come detto la settimana scorsa, gli skills necessari in Usa, e per i prodotti a più basso valore aggiunto gli operai non sarebbero disponibili; uno shock d’offerta per gli Usa, con stagflazione, e uno shock da domanda per la Cina, sulla carta più risolvibile.

Voglio altresì ricordare che oltre 1/3 del deficit commerciale di Cina verso Usa è fatto da aziende Usa presenti in Cina.

Mi vengono ancora in mente le sagge parole da realpolitics pronunciate da Kissinger “la Cina l’abbiamo creata noi, cosa
pretendiamo da costoro?“. Di recente T. Provera rincarava la dose sostenendo che parlare di dazi e contro dazi significa parlare del
nulla. Trump sembra Caligola ma non lo è: inizierà la de escalation, forse già cominciata, Cina inclusa. Giusto il tempo per creare nei prossimi 2 trimestri max i primi danni sull’economia reale che in ultima istanza dovrebbero portare a un abbassamento dei tassi Fed, in un quadro macro e micro in deterioramento.

E, ripetendomi, se dovessi sbagliarmi ci sarebbe la doppia put del congresso pronto a sfiduciare Trump, oltre alla Fed put.

Come investire in uno scenario alquanto incerto?

come-investire-coi-dazi-trump

Operativamente, buy future 2 yrs a leva usa, short usd, solo a una rottura al ribasso (poco probabile) del 10 yrs sotto il 4% , comprerei anche il future 10 yr, mi aspetto peraltro uno steepning della curva con almeno 150 bp di differenziale tra 2 yrs e 10 yrs Usa. Dal punto di vista micro, dopo il blockrade di Nvidia per l’esportazione in Cina dei chip H20, con 5.5 bln di svalutazione di inventory associata, sempre più si cementa la coincidentia oppositorum di Niles -già corto M7 ante dazi-per una presunta derivata seconda negativa dell’eps prospettico M7, cui si unisce anche il permabull tech Ives di Wedbush, a cui non sembra vera la short term distruzione da dazi del business model degli M7, ovvero della supply chain triangolare per la maggior parte degli stessi, Cina, Korea, Giappone.

Peraltro, quando il livello di negatività è cosi estremo e soprattutto dopo un -25/30% + non escludo che in mancanza di linee guida (it is impossible to say….) con il trimestre better than, anche se scontato, questi titoli potrebbero rimbalzare riportando s&p500 più in area 5700, comunque da vendere. Situazione un po’ tricky poiché nel secondo, forse terzo trimestre gli utili si deterioreranno, ma in concomitanza dovrebbero arrivare gli accordi sui dazi.

Insomma longer term il buy è netto per gli M7, i multipli p/e non sono affatto da bolla 2000, intorno a 20 volte o poco più, dopo la recente correzione; downside di breve non sarà lineare e non penso che si vada oltre un ulteriore 10% .

Storicamente le short term recessioni indotte da shock che induce un ciclo negativo registrano in media un massimo del 30% di ribasso, non a caso a 4.800 di S&P 500, circa -22 % e quasi -30% di nasdaq 100, Trump non più Caligola, è venuto a più miti consigli sui dazi , ad eccezione di quelli con la Cina, i più rilevanti peraltro. Le recessioni “normali” potrebbero storicamente esaurirsi anche dopo 2 anni e con un dimezzamento degli indici dai max.

Non è questo il mio scenario di base.

The end of the story is bullish in Usa for risky e non assets a 6 m /1 anno ?

Ne sono convinto, d’altra parte una convinzione che parte dal mercato che per definizione ne sa più di me, salvo prova contraria: quel 5300 di S&P 500 corrente me lo suggerisce; diversamente saremmo già verso 4600 con la Fed pronta a intervenire col “banco su tutto” e Trump almost out.

Superato lo scoglio dei dazi, riduzione di spesa pubblica (recessiva) ma meno pronunciata del previsto, accompagnata a diminuzione tassi ( espansiva ) con deregulation / rinnovo di buoyant tax rate del 2017 – max ottenibile a breve- (lievemente espansiva) cambieranno lo status del mercato in meglio.

The end of the story passa anche attraverso una svalutazione dello usd di un ulteriore 10% /15 %, tra 1.20/1.30 contro eur.

Come sostiene lucidamente Alpine research non c’è danger allo usd come reserve currency:

  • i money manager non diversificheranno su euro/renminbi quanto su Cad & Aud e gold;
  • questa sorta di diversificazione su small currencies e gold non riuscirà a spiazzare lo usd;
  • anche se lo usd rimarrà valuta centrale di riserva forze cicliche avverse, che prima menzionavo, produrranno una sua svalutazione;
  • weak growth in Usa should force Fed to cut rate and shrink the dollar yield advantage.
  • politiche fiscali più buoyant in Europa e Cina aumenteranno la crescita di dette economie e ridurranno l’eccesso di saving diretto verso gli Usa.

Tra le diverse visioni sullo usd, la mia è netta: svalutazione yes, perdita di status di valuta di riserva, no.