La situazione attuale sta ribaltando le modalità attraverso le quali si assolvono gli obblighi lavorativi. La modalità smart working se da un lato risulta più comoda, dall’altro potrebbe creare dei problemi di confine. In che senso? Quello che a molti lavoratori sta accadendo riguarda strettamente la reperibilità lavorativa. È possibile che il lavoro da casa, privo di spostamenti, di zig-zag nel traffico, diventi fonte di stress? Ebbene sì, questo può accadere se il capo pone il lavoratore nella condizione di rendersi illimitatamente reperibile. A quanti è capitato in questi giorni di ricevere telefonate o indicazioni “fuori” dall’orario di lavoro? Chi ha svolto ore extra per l’assenza di orari che stabiliscano un’entrata e un’uscita? In questi casi, è bene capire se si può rifiutare la reperibilità lavorativa e come agire per salvaguardare se stessi.
Cosa dice la legge
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A risolvere tale annosa questione si può far scendere in campo quanto dichiarato dalla Cassazione nell’ordinanza n. 7410/18 del 26 marzo 2018. Secondo quanto stabilisce la Corte di Cassazione, il dipendente ha diritto al riposo dal lavoro, salvo in casi straordinari. Il lavoratore può, in base al proprio contratto, stabilire degli orari di reperibilità o di lavoro straordinario. Questo però nel pieno rispetto dei limiti e nella tutela della salute fisica e mentale del lavoratore stesso. Si può rifiutare la reperibilità lavorativa dunque? Quando la reperibilità del lavoratore viene richiesta nei giorni di riposo settimanale, questa diventa una prestazione accessoria che merita una retribuzione con maggiorazioni.
Quando si può rifiutare la reperibilità lavorativa
Secondo le norme fissate dalla Corte di Cassazione, il dipendente può rifiutarsi di rendersi reperibile in alcuni casi. Nello specifico, se non è previsto dal contratto individuale o collettivo, la reperibilità non diventa un obbligo. Pertanto, la mancata risposta alla telefonata o al messaggio del superiore, non comporta alcuna sanzione disciplinare. Il riposo è un diritto del lavoratore e, come tale, va tutelato. Talvolta, dietro l’insistente richiesta di reperibilità, potrebbero celarsi anche velate azioni di bossing o mobbing strategico dalle quali è bene difendersi. Occorre avere una buona capacità osservativa per discernere i casi e per tutelare i propri diritti in caso di prevaricazioni.