Spesso si sente parlare delle sanzioni che conseguono alla mancata presentazione della dichiarazione dei redditi. Come risaputo dalla più parte dei contribuenti la presentazione periodica della dichiarazione dei redditi è un obbligo. Solo alcuni casi fanno eccezione e possono non presentare il modello. Per il resto, l’obbligo va rispettato. Cosa succede se, però, si ha mancato di inserire dei dati? Si può presentare una seconda dichiarazione redditi integrativa?
In quali casi si procede all’integrazione e quali sanzioni comporta
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Quando si decide di presentare una dichiarazione integrativa, essa va a sostituire la seconda già correttamente presentata. Solitamente, la data ultima per la presentazione della dichiarazione dei redditi, ogni anno, è il 30 novembre. È assai frequente però, che dopo quella data, molte imprese o professionisti si accorgano di aver commesso degli errori circa la determinazione dell’imposta: un lavoro occasionale non dichiarato, una detrazione o deduzione in eccesso. In tali occasioni si può presentare una seconda dichiarazione redditi integrativa che, però, comporta anche un ulteriore esborso. Secondo quanto stabilito dall’art. 43 del DPR n. 600/73, la dichiarazione integrativa sostitutiva a sfavore può essere presentata: entro il 31 dicembre del 7° anno successivo alla dichiarazione ordinaria.
Secondo quanto stabilito dall’Agenzia delle Entrate, alla dichiarazione integrativa si associano tendenzialmente due tipi di sanzione:
- una amministrativa per omesso versamento, con maggiorazione del 30% delle imposte dovute. Essa può essere ridotta al 15% nel caso l’integrazione alla dichiarazione avvenga nei 15 giorni successivi alla scadenza;
- l’altra è una sanzione amministrativa per infedele dichiarazione che comporta sanzioni che variano dal 90% al 180% rispetto alle imposte dovute o al minor credito generato.
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Naturalmente, alla integrazione corrisponde anche il versamento dell’imposta maggiore corredata di eventuali sanzioni e interessi aggiunti. Va ricordato che tale versamento può essere differito rispetto alla data di presentazione della dichiarazione integrativa. In questi casi, si ricorre al ravvedimento operoso. Oppure in alternativa, si attende l’invio della comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate circa l’irregolarità da saldare.
In base a quanto descritto, è logico pensare che non vi sia convenienza alcuna nel commettere errori durante la compilazione della dichiarazione dei redditi. Il Fisco non ammette distrazioni né omissioni. Pena sanzioni e pagamenti poderosi per la svista.