L’indennità di disoccupazione NASPI è riconosciuta a chi perde involontariamente il proprio posto di lavoro. Spetta, quindi, a chi è licenziato, a chi scade un contratto a tempo determinato. Ma anche a chi si dimette per giusta causa, ovvero per una colpa del datore di lavoro. E ancora alla neomamma che presenta dimissioni nel periodo di tutela. Ma l’indennità, pur se rappresenta un paracadute non indifferente, non sempre basta. Potrebbe avere un importo basso, o potrebbe abbassarsi col tempo. Si può prendere contemporaneamente reddito di cittadinanza e indennità di disoccupazione?
L’importo della NASPI cala nel tempo
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Partiamo dal presupposto che la NASPI non ha mai l’importo dello stipendio che si prendeva. Che nel migliore dei casi l’indennità mensile è di poco più di 1.300 euro. E che per gli eventi di disoccupazione che si sono verificati prima del 31 dicembre 2021, dal quarto mese in poi, l’importo diminuisce del 3% ogni mese. Per le disoccupazioni 2022, invece, la diminuzione parte dal sesto mese.
Ma per avere un importo della NASPI molto alto si deve aver lavorato almeno 48 mesi e con stipendio sempre abbastanza alto. Altrimenti l’importo è commisurato alle retribuzioni medie degli ultimi 4 anni. Che con i tempi che corrono non sono ricchissime.
L’indennità a volte non basta
La NASPI, poi, col tempo si riduce del 3% ogni mese. Non sembra tanto, ma mese dopo mese l’importo si erode sempre più. E se già parte basso diventa irrisorio. E non basta sicuramente a vivere. A questo punto entra in scena l’integrazione con il reddito di cittadinanza.
Che non è propriamente un sussidio, ma una integrazione del reddito del nucleo familiare. E, quindi, non presuppone, per forza, che il nucleo familiare sia privo di reddito. Il reddito di cittadinanza è compatibile con la NASPI e i due sussidi possono anche essere fruiti contemporaneamente. A patto di possedere, però, i requisiti richiesti dal RdC per averne diritto.
Si può prendere contemporaneamente reddito di cittadinanza e indennità di disoccupazione?
La risposta a questa domanda, come abbiamo già visto, è sì. A patto di mantenere quelli che sono i requisiti per avere diritto al reddito di cittadinanza, che sono:
- avere un ISEE inferiore a 9.360 euro;
- avere un patrimonio immobiliare (esclusa la casa di abitazione) che non superi i 30.000 euro;
- avere un patrimonio mobiliare che non superi i 6.000 euro (questo limite è aumentato di 2.000 euro per ogni componente della famiglia ulteriore al richiedente, fino ad un massimo di 10.000 euro);
- avere un reddito familiare che non superi i 6.000 euro (questo limite va moltiplicato per il parametro scala di equivalenza riferito ai componenti del nucleo familiare).
Come risolvere il problema dell’ISEE
L’unico vero problema che si potrebbe presentare al disoccupato che vuole accedere al reddito di cittadinanza è quello dell’ISEE. Perché ovviamente il valore è riferito a due anni prima, quando magari ancora aveva uno stipendio. O prendeva una NASPI più alta.
Problema che può essere facilmente ovviato richiedendo, dopo la dichiarazione ordinaria, l’ISEE corrente che fotografa i 12 mesi precedenti. Sicuramente meno ricchi.