Con la primavera, assieme alla campagna vaccinale contro il coronavirus, sono iniziate le allergie stagionali. Mentre è sempre possibile ridurre i sintomi dovuti alle pollinazioni, la domanda che si pongono gli allergici è: si può fare il vaccino anti Covid se si soffre di allergia? Di sicuro gli strumenti di prevenzione, come le mascherine, non possono che portare benefici perché permettono di ridurre l’esposizione ai pollini, filtrati assieme al virus. Ma alcuni casi di reazioni anafilattiche alle prime somministrazioni in Gran Bretagna e negli Stati Uniti hanno creato allarme.
Le linee guida per la gestione degli allergici
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L’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (AAIITO) e la Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) hanno realizzato così delle linee guida per la gestione degli allergici più a rischio. Queste verranno aggiornate col procedere della campagna vaccinale coi dati raccolti. Di base, è chiaro che essere allergici non è, di per sé, una controindicazione al vaccino.
Il pericolo di reazioni gravi, pur superiore rispetto a quello del vaccino influenzale, è comunque molto basso. I due enti hanno quindi stilato delle raccomandazioni ai medici per la valutazione dei pazienti prima della somministrazione del vaccino. Gli allergici dovrebbero compilare un questionario approfondito pre-vaccinazione. Inoltre dovrebbero prendere in considerazione, per esempio, eventuali reazioni precedenti a vaccini o a eccipienti come polietilenglicole (PEG) o polisorbati. Questo può fornire già una prima risposta alla domanda “si può fare il vaccino anti Covid se si soffre di allergia?”
Le categorie più a rischio
Il documento stilato dalle due associazioni indica quattro categorie di pazienti che possono chiedersi, a maggior ragione, “si può fare il vaccino anti Covid se si soffre di allergia?” Questi soggetti possono sottoporsi al vaccino ma richiedono delle precauzioni aggiuntive. Si tratta, in particolare, di chi ha avuto reazioni precedenti alla prima dose. C’è poi chi soffre di mastocitosi (cellule ricche di istamina) e chi ha avuto in passato più di una reazione anafilattica, specialmente senza una causa chiara.
Infine, chi soffre di asma grave non controllata. Se si è in una di queste categorie considerate ad alto rischio la vaccinazione deve avvenire in ambiente protetto. In ospedale è necessaria la presenza di un anestesista per l’eventuale rianimazione rapida. Se invece si è a rischio allergico medio-basso, in ambulatorio deve comunque essere presente personale addestrato al pronto intervento. Inoltre, devono essere disponibili i presidi d’emergenza, come l’adrenalina, e il defibrillatore. Il protocollo prevede, infine, un’osservazione prolungata, da15 minuti a un’ora dopo l’inoculo, per i pazienti più rischio.