Si possono prelevare tutti i soldi da un conto corrente cointestato?

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Il titolare di un conto corrente cointestato deve temere che spariscano tutti i soldi in deposito o non si possono effettuare simili operazioni? La fiducia reciproca che ha portato i due intestatari a condividere i risparmi potrebbe venir meno. Nel corso del tempo può cambiare la natura delle relazioni interpersonali e molti rapporti si corrompono per varie ragioni. Se si condivide il conto corrente sussiste il rischio che uno dei due cointestatari prelevi denaro senza consultare l’altro. Potrebbe anche verificarsi un lutto improvviso, situazione che abbiamo analizzato in “Conto cointestato: cosa fare alla morte di un cointestatario”.

Spesso si è assistito ad appropriazioni indebite di importanti somme di denaro da parte di uno dei coniugi in prossimità del momento della separazione. Accade a moltissime coppie di vivere periodi complessi in cui la convivenza sottopone a prove di resistenza emotiva e fisica. Quando diventa impellente il desiderio di sottrarsi ad una relazione ormai nociva si teme che il partner assuma le sembianze di un nemico.

Fanno capolino una serie di dubbi sulla possibile condotta della persona con cui tanto si è condiviso. Sorgono perplessità sulle reazioni che l’altro potrebbe mettere in campo e la diffidenza prende il sopravvento. Non da ultimo ci si chiede se si possono prelevare tutti i soldi da un conto corrente cointestato. Ciò perché quando la fiducia nell’altro decade si iniziano a temere comportamenti scorretti.

Si possono prelevare tutti i soldi da un conto corrente cointestato?

Quando e se i rapporti fra i cointestatari di un conto corrente si corrompono interviene il dettato legislativo a tutela di eventuali ruberie. Ciò per evitare che uno dei due coniugi svuoti il conto e depredi l’altro della liquidità in deposito. L’articolo 1298 della Codice civile disciplina i rapporti tra debitori o creditori solidali e nel secondo comma si legge esplicitamente che “le parti di ciascuno si presumono uguali, se non risulta diversamente”.

Ciò significa che il cointestatario di un conto può vantare la titolarità ovvero la proprietà di una quota di liquidità. In caso di cointestazione ciascun titolare può disporre e quindi prelevare solo il 50 % del denaro in deposito. Ciò nonostante l’istituto bancario non può negare ad un cointestatario il prelievo di somme superiori alla suddetta soglia. Sarà in seguito il coniuge depredato a rivendicare l’eventuale appropriazione indebita e pretenderne restituzione. Potrebbe tuttavia non trattarsi di appropriazione indebita qualora viga la separazione dei beni e nel deposito confluisca la liquidità di un solo intestatario.

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