I titolari di conto corrente possono all’occorrenza recarsi presso uno sportello ATM e prelevare soldi anche se il saldo contabile è in rosso? E soprattutto, prima ancora di interrogarsi attorno alla possibilità di un prelievo, cosa succede quando sul conto non figura più disponibilità di denaro? Può accadere che, in attesa di nuovi introiti solitamente derivanti da retribuzione lavorativa, sul conto corrente non vi sia più liquidità. In tal caso il saldo è pari a zero o, ipotesi ancor peggiore, è negativo.
L’evenienza di un saldo negativo si verifica allorquando il correntista dovesse attingere somme di denaro di cui non dispone. Ma quindi si possono prelevare soldi da un conto corrente in rosso? L’operazione di prelievo contante, in circostanze simili, non è consentita. Resta fermo che un saldo negativo limitatamente a modesti importi non susciterà l’ira funesta dell’istituto di credito. Giocherà a favore del titolare l’affidabilità della condotta passata, la temporaneità del saldo negativo e l’entità dell’importo prelevato in assenza di disponibilità.
Il saldo negativo
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Diverse le ragioni che riducono alcuni contribuenti nella condizione di ritrovarsi con un saldo negativo. Talora imputabili alla mala gestio dei risparmi, talaltra ad un ritardo nella percezione dello stipendio o alla perdita improvvisa dell’occupazione lavorativa. Prescindendo dalle motivazioni, l’istituto bancario non disporrà i suoi contingenti in assetto di guerra qualora il correntista si scoprisse di qualche decina di euro. Simili circostanze danno luogo ad un sollecito telefonico da parte del funzionario bancario che invita il cliente a rimpinguare la somma indebitamente erosa.
Si possono prelevare soldi da un conto corrente in rosso?
Gli istituti di credito interdicono ai propri clienti la possibilità di prelevare dal bancomat denaro che non figuri in deposito sul conto corrente. Laddove viene a mancare, per svariate ragioni, la disponibilità di liquidità la banca non è tenuta ad erogare denaro. Un conto corrente scivola nel saldo negativo non già a seguito di prelievi perché gli stessi, in assenza di depositi, non sono consentiti.
A rendere il correntista debitore nei riguardi dell’istituto di credito intervengono tre diverse circostanze. La prima si verifica quando si effettua con carta di credito un pagamento di poco superiore all’effettiva disponibilità di denaro sul conto. La seconda deriva dalla continua erosione del deposito dovuta ai costi di gestione e dalle imposte quando su un conto non si effettuano più versamenti. Più frequente è il verificarsi di una terza ipotesi legata alla concessione di un fido quando al correntista la banca concede cioè un prestito. Accade allora che, in virtù dell’accordo stretto, il cliente goda dell’opportunità di fruire di somme di denaro di cui al momento non dispone. Più che di saldo negativo, in presenza di un preventivo patto fra banca e cliente, potrebbe eventualmente darsi il superamento del credito concesso.