Non sempre si conoscono i propri diritti e gli istituti messi in campo dal legislatore per sostenerci o aiutarci a raggiungere degli obiettivi. Per questi periodi di lavoro non tutti sanno che è possibile ricorrere al riscatto. Ma ecco tutti i requisiti necessari per averlo.
L’esistenza di ognuno di noi è caratterizzata da innumerevoli vicende che spesso influenzano le nostre scelte personali e non. Molte situazioni potrebbero indurci a sospendere o interrompere l’attività lavorativa e creare dei veri e propri buchi contributivi che allontano il fatidico momento della pensione. Come ben si sa, infatti, per accedere alla pensione di vecchiaia oltre al requisito anagrafico il nostro sistema legislativo prevede anche quello contributivo. In particolare, sono necessari almeno 20 anni di contributi.
Pertanto il legislatore per coprire determinati periodi della vita lavorativa in cui il lavoratore è scoperto da contributi ha previsto l’istituto del riscatto. Questo consente di coprire alcuni periodi espressamente previsti dalla legge e scoperti da contribuzione. Pertanto una volta riscattati i periodi vacanti, i contributi saranno collocati nello stesso periodo in cui dovevano versarsi. Tuttavia i contributi da riscatto sono sempre a titolo oneroso e si perfezionano con il pagamento di un importo. Essi sono accreditati a seguito dell’accoglimento della richiesta del lavoratore, pensionato o loro superstiti.
Si possono avere più contributi anche in questi casi
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Sono tanti inoltre che per svariati motivi nel corso della propria vita ha prestato o presta un’attività lavorativa non solo in Italia. Magari in giovane età si decide di fare un’esperienza diversa e di prestare lavoro in un paese all’estero. Se si tratta di paesi extra-comunitari che non hanno siglato alcuna convenzione in materia d’assicurazione sociale con l’Italia, il legislatore prevede la possibilità di riscatto.
Gli interessati possono riscattare il periodo di lavoro svolto all’estero in tutto o in parte. Ad esempio possono riscattare anche soltanto le settimane necessarie al perfezionamento dei requisiti necessari per la pensione. I contributi ovviamente saranno accreditati solo dopo il pagamento previsto per il riscatto. Tuttavia per l’accoglimento della domanda è necessario provare l’esistenza e la durata del rapporto di lavoro.
Come ottenere il riscatto per lavoro prestato all’estero?
Gli interessati per ottenere l’accoglimento della propria domanda di riscatto dovranno provare innanzitutto l’esistenza del rapporto di lavoro. A tal fine sarà necessario produrre documentazione originale riguardante il rapporto di lavoro. Ovvero libretti di lavoro, lettere di assunzione, buste paga, lettere di licenziamento ecc.
Se tali documenti sono redatti in lingua straniera, deve necessariamente prodursi la traduzione con la convalida dell’autorità diplomatica o consolare del Paese da cui provengono. In mancanza, la convalida può essere fatta da traduttori a ciò legalmente autorizzati.
Sono valide anche le dichiarazioni di lavoro rilasciate dalle istituzioni pubbliche attestanti rapporto e durata di lavoro debitamente tradotte. Infine elementi come la durata, la retribuzione e la qualifica del rapporto possono essere provati anche mediante testimoni. In tal modo si possono avere più contributi dall’INPS, presentando la relativa domanda in qualsiasi momento, anche dopo la concessione di un trattamento pensionistico. La domanda potrà presentarsi mediante i consueti canali telematici predisposti dall’INPS, Patronati o chiamando il Contact Center dell’Istituto.