Il mostro invisibile del coronavirus sta producendo i suoi effetti. Altre 2,1 milioni famiglie italiane sono sul baratro della povertà assoluta. Il Censis insieme a Confcooperative ha realizzato un Focus e individuato i motivi di una crisi senza precedenti. Sfruttati, mortificati e mal pagati, crescono gli acrobati della povertà perché gli italiani non hanno una rete di protezione sociale e risparmi cui attingere. Questa platea è formata da lavoratori che nei tre mesi di lockdown hanno visto crollare da un giorno all’altro il loro reddito. La sacca della povertà in Italia si irrobustisce.
Chi sono gli acrobati della povertà
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Gli italiani che guadagnano il minimo e sbarcano il lunario per sopravvivere rientrano tra gli acrobati della povertà. Parliamo di 2,1 milioni di famiglie che al loro interno hanno un componente che lavora in maniera irregolare.
Il lockdown ha messo in ginocchio una platea di italiani. Gli analisti di ProiezionidiBorsa definiscono questa era lockdown economy. L’area più fragile del Paese sta vedendo gli effetti di crepe profonde.
Le famiglie che vivono male
Guardiamo la composizione delle famiglie in ginocchio. Circa 1.059 famiglie italiane vivono di lavoro irregolare, una su tre è composta da cittadini stranieri. Un quinto ha minori fra i propri componenti. 131mila famiglie hanno uno dei genitori che lavora in modo non regolare. Il dramma si vive al Sud del Paese: le famiglie acrobati della povertà si concentrano per il 44% nel Mezzogiorno.
Confcooperative analizza il momento nero
Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative ritiene ferma la competitività italiana al 1995. L’analisi del massimo esponente dell’associazione prosegue: “occupazione più bassa della media europea, Pil prossimo a chiudere in rosso superando il 10%.
La fotografia dell’Italia
La geografia sociale ed economica è la seguente: 23 milioni di lavoratori, 16 milioni di pensionati, 10 milioni di studenti e altrettanto di poveri. Un quadro desolante. Cosa fare per invertire la rotta? Rilanciare l’ innovazione, competitività e occupazione potrebbe essere la strada da seguire. Il Recovery fund è l’ancora di salvezza? Intanto siamo sfruttati, mortificati e mal pagati, crescono gli acrobati della povertà nonostante i proclami.