Milano è la capitale economica del Belpaese, uno dei poli più importanti per il settore della moda e del design. Nonostante queste eccellenze è la città più riservata di tutta Italia: le sue meraviglie nonostante siano sotto gli occhi di tutti, spesso passano inosservate. Dopo i sette segreti di Bologna, ecco a voi sette posti insoliti da visitare a Milano che esulano dagli itinerari più classici.
La colonna del diavolo (piazza Sant’Ambrogio)
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Vicino ai chiostri dell’Università Cattolica si staglia una colonna che presenta due fori paralleli. Potrebbe sembrare l’usura del tempo, ma invece si ricollega a una antica leggenda. Nel IV secolo dopo Cristo il vescovo Ambrogio, poi divenuto patrono di Milano, stava passeggiando nei chiostri della propria basilica e venne tentato ripetutamente dal diavolo. Spazientito da tanta insistenza, il santo lo prese a calci tanto violentemente da conficcargli le corna dentro a una colonna. Il demonio rimase lì per una notte intera e poi scomparì dentro i buchi, creando così un’entrata per l’inferno. Si dice che avvicinandosi si possa ancora sentire un forte odore di zolfo.
Oratorio di San Protaso (via Lorenteggio)
Passando in macchina per via Lorenteggio salta all’occhio qualcosa di insolito: in mezzo allo spartitraffico sorge un’antica chiesetta. Si tratta dell’oratorio di San Protaso: essendo databile attorno all’anno 1000 rappresenta una delle architetture più antiche della città meneghina. Federico Barbarossa poco prima di invadere il capoluogo lombardo si fermò lì in preghiera, promettendo di risparmiare il santuario in caso di vittoria. L’imperatore mise a ferro e fuoco Milano, ottenendo una resa completa nel 1162, ma tenne fede alla propria promessa.
La statua della libertà sulla balconata del Duomo (piazza Duomo)
Aguzzando la vista sulla facciata del Duomo si può scorgere una figura che riporta alla mente la Statua della libertà. Questa scultura presenta la stessa iconografia della “gemella” di New York: una tiara di raggi sul capo e il braccio destro che regge una fiaccola. È molto probabile che Frédéric-Auguste Bartholdi abbia preso ispirazione da quest’opera di Camillo Pacetti per la realizzazione del monumento americano.
La Chiesa di San Bernardino alle ossa (Piazza Santo Stefano)
Sempre nel centro di Milano si può scoprire un luogo religiosamente macabro: la chiesa di San Bernardino alle Ossa. Al suo interno infatti è possibile trovare le pareti decorate con resti umani di diversi periodi storici. Questa usanza, oltre a rappresentare un costante memento mori, deriva da un fattore pratico. I becchini del cimitero non riuscivano a seppellire i nuovi defunti e per questo decisero di dissotterrare dei vecchi scheletri, stipandoli in una camera. Da quell’unica stanza poi iniziò la costruzione di questo complesso religioso.
Stretta Bagnera (vicolo Bagnera)
Stretta Bagnera, situata vicino a via Torino, detiene un record particolare: quello di essere percorribile in soli centocinquantacinque passi. Ma non finisce qui: questa viuzza è anche famosa per aver fatto da cornice agli omicidi di Antonio Boggia, uno dei primi serial killer italiani. Impiccato in pubblica piazza nel 1862, la sua testa fu affidata a Cesare Lombroso come contributo ai suoi studi di criminologia. Gli anziani milanesi sostengono che il suo fantasma si aggiri ancora in quel vicolo e si manifesti sotto forma di aria gelida.
La scrofa semilanuta sul Palazzo della Ragione (via Dante)
Il vero simbolo di Milano non è il biscione degli Sforza, ma un animale molto meno nobile: la scrofa semilanuta. Il capo celtico Belloveso, guidato da una profezia, aveva seguito questa creatura per trovare il punto migliore in cui fondare Medhlan. La città venne conquistata dai romani e divenne Mediolanum: etimologicamente questo nome richiama il manto “semilanuto” del suino, folto solo nella parte anteriore del corpo. La sua effigie si può ritrovare sotto forma di bassorilievo in uno degli archi del Palazzo della Ragione lungo via Dante.
La casa del diavolo (Corso di Porta Romana)
Gira la voce che per gran parte del Seicento il diavolo abitasse fra le mura di un palazzo nella zona di Porta Romana. Questa diceria prese forma attorno alla figura di Ludovico Acerbi, rappresentato dalle cronache del tempo come un personaggio dalle abitudini inusuali e inquietanti. Si narra che nonostante i suoi concittadini fossero piegati dalla peste nera, egli girava noncurante fra le vie della città e organizzava sfarzose feste senza mai ammalarsi.
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