Sentirsi sole e senza amici a 40 anni anche con il marito è triste ma la psicologia rivela come rimediare

solitudine

A tutte capita, prima o poi, di sentirsi sole e senza amore. È una sensazione che chiunque ha provato nella propria vita, sia agli uomini che le donne. Una sera, guardando un film sul divano, anche stando in famiglia potrebbe capitare di ritrovarsi a pensare di non avere qualcuno davvero vicino. Neanche il fidanzato o la fidanzata. Il cellulare squilla raramente e quando succede è solo per lavoro, e anche i vecchi compagni d’avventure universitarie oramai sembrano concentrati solo sulle proprie vite. Dove non c’è spazio per i vecchi amici. Ebbene, dobbiamo sapere che sentirsi sole senza amici a 40 anni è una sensazione estremamente comune. Il sociologo e psichiatra Robert Weiss ritiene che la sensazione di solitudine fosse un importante segnale sulla qualità delle relazioni che si vivono.

È un’emozione e una sensazione che mette in guardia, avverte delle cose che non vanno, e che c’è bisogno di intervenire in qualche modo. La psicologia spiega che principalmente la solitudine nasce dai bisogni non soddisfatti di accudimento e di appartenenza. Il bisogno di accudimento è quello che indica la necessità di condividere le proprie emozioni con gli altri e di cercare relazioni intime e stabili. Il bisogno di appartenenza indica invece l’innata socialità dell’essere umano, il suo essere un animale di comunità, il desiderio di far parte di un “branco”. Questi bisogni sono puramente individuali, e sono la radice del motivo per cui alcuni hanno pochissimi amici e affetti e stanno benissimo così, mentre altri si sentono soli anche in comitiva.

Sentirsi sole e senza amici a 40 anni anche con il marito è triste ma la psicologia rivela come rimediare

Come si può combattere il senso di solitudine? Anzitutto bisogna fare i conti con le proprie aspettative. Il magico Mondo immaginario che spesso molti costruiscono dentro le proprie menti, dove tutto è perfetto e le relazioni vanno sempre benissimo. La vita reale spesso è molto, molto diversa. Quando la realtà e le aspettative non coincidono ecco che scatta la sofferenza. Ma quanto sono realistiche queste aspettative? Ecco un primo punto su cui soffermarsi a riflettere. Spesso, infatti, la solitudine non dipende da quanti amici si hanno attorno.

Come spiegato prima, è un aspetto soggettivo. Uscire e conoscere altra gente potrebbe non risolvere nulla. Invece, analizzare profondamente le proprie aspettative e speranze e rendersi conto che spesso si tratta di aspettative irrealistiche potrebbe essere la giusta chiave per andare avanti. Un esempio lampante è credere di essere gli unici a star male. Nessuno può sapere cosa provano davvero gli altri, e ciascun individuo può avere le sue motivazioni per soffrire. Ma c’è una certezza: tutti, a differenti gradi, hanno problemi da risolvere che li tengono svegli di notte. Le cose possono cambiare, prima di tutto cambiando la prospettiva con cui le si guarda.

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