Quando si avverte un dolore al petto, ci si tende subito ad allarmare. Infatti, lo si ricollega subito a qualche problema che riguarda il cuore, un organo fondamentale nel nostro corpo.
Nello specifico, solitamente si sospetta subito un infarto, malattia pericolosissima perché interromperebbe il flusso di sangue a una parte del cuore.
Sarà bene assecondare anche il semplice dubbio di infarto e rivolgersi al pronto soccorso quanto prima.
Vi è da sottolineare come quelle che sarebbero classiche spie dell’infarto, talvolta, potrebbero però anche indicare un altro tipo di disturbo.
Una questione cardiaca
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Senso di pesantezza al petto e respiro corto sarebbero sintomi ricollegabili alla presenza di un infarto in corso. Queste manifestazioni, però, potrebbero anche segnalare qualcosa di meno conosciuto, ossia la sindrome di Tako Tsubo.
Quest’ultima si presenterebbe tramite fiato corto, dolore al torace e battito cardiaco accelerato.
La sindrome di Tako Tsubo impedirebbe a una parte del cuore di pompare sangue, mentre il resto potrebbe continuare a funzionare normalmente.
La causa scatenante si distinguerebbe, però, da quella dell’infarto. Per quanto concerne quest’ultimo, il più delle volte si connetterebbe all’ostruzione delle arterie. Ostruzione provocata dalla presenza di trombi, che si potrebbero prevenire attraverso alcune accortezze nella vita come, ad esempio, camminare quanto raccomandato dagli esperti.
Nella sindrome, invece, le ostruzioni non avrebbero alcun ruolo, a provocarla sarebbero invece eventi che provocano stress o forti emozioni. Ad esempio un lutto, difficoltà finanziarie, separazioni o vincite di grosse somme di denaro.
Da qui la sindrome è nota anche come sindrome del cuore spezzato.
Si suppone sia l’azione degli ormoni dello stress a danneggiare il cuore.
Vi è da sottolineare che si ipotizza che anche alcuni farmaci e droghe possano causare il disturbo.
In linea di massima tenderebbero a svilupparlo principalmente le donne e colpirebbe una fascia di età superiore ai 50 anni.
Senso di pesantezza al petto e respiro corto sarebbero sintomi dell’infarto ma anche di questo disturbo che colpirebbe soprattutto dopo i 50 anni
La sindrome del cuore spezzato sarebbe perlopiù curabile e risolvibile tramite apposite terapie adottate in breve tempo.
Non bisognerebbe, però, sottovalutarla, perché potrebbe comportare complicazioni. Si potrebbe verificare un edema polmonare, cioè la presenza di liquidi nei polmoni nonché un arresto cardiaco. Dunque potrebbe anche essere mortale.
Sarà fondamentale sottoporsi a una visita medica per diagnosticare la sindrome e distinguerla dall’infarto. In questo potrebbe aiutare l’angiografia coronarica che individuerebbe ostruzioni delle arterie tipiche dell’infarto.
Per la diagnosi, poi, potrebbe esservi la prescrizione di altri controlli, soprattutto per accertarsi delle reali condizioni del cuore.
La terapia potrebbe prevedere l’utilizzo di farmaci che ostacolino l’azione dannosa degli ormoni dello stress sul cuore.
Importante per il disturbo sarebbe anche la prevenzione, imparare a controllare le proprie emozioni potrebbe essere d’aiuto. Così come l’attività fisica e l’utilizzo di specifiche tecniche per rilassarsi.
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