Sempre più vicino il ritorno della Legge Fornero sulle pensioni dal 2023

Italia governo

Già calendarizzate le nuove elezioni politiche a settembre dopo la caduta del Governo Draghi. Cambierà il Governo e cambierà anche l’agenda politica. Tutto quanto è stato detto fino ad oggi, dal reddito di cittadinanza alle pensioni, dalle tasse alla prosecuzione delle misure contro l’emergenza epidemiologica, potrebbe cambiare radicalmente. Un capitolo particolare è quello della previdenza. Infatti sulle pensioni il cambio del Governo apre a scenari e problemi che prima potevano essere risolti ma che oggi diventano complicati.

Sempre più vicino il ritorno della Legge Fornero sulle pensioni dal 2023

La riforma del sistema pensionistico italiano è una necessità dettata da almeno due fattori. Il primo è che c’è da limitare gli effetti della vecchia riforma delle pensioni targata Elsa Fornero. La riforma voluta dal governo Monti nel 2011, passato alla storia anche per le lacrime della professoressa Elsa Fornero in diretta TV mentre annunciava i sacrifici a cui sarebbero stati chiamati molti italiani, ha inasprito pesantemente i requisiti per andare in pensione.

E sono anni ormai che si parla di riformare il sistema per dotarlo di misure meno rigide rispetto alle odierne. L’altro fattore determinante è che il 31 dicembre 2022 è il termine ultimo di funzionamento di alcune misure previdenziali molto importanti per gli italiani. Vanno in scadenza infatti Opzione donna, l’APE sociale e soprattutto Quota 102. Occorre quindi approntare una riforma che permetta a quanti per età o contributi non hanno potuto sfruttare nessuna di queste tre misure, di trovare una soluzione alternativa alla pensione a 67 anni.

Quota 41 per tutti, pensione flessibile a 63 anni e cosa resta per il 2023

La riforma delle pensioni era già abbastanza complicata da mettere a punto durante la permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi. E diventa una specie di salita insormontabile adesso che si va verso un cambio di Governo. Tra pausa estiva in Parlamento e la solita scadenza di ottobre per presentare la Legge di Bilancio i tempi erano già ristretti. E adesso lo diventano ancora di più perché tra elezioni, nomina dei Ministri, giuramento e formazione delle commissioni parlamentari, il tempo stringe. Le pensioni diventeranno centrali nella campagna elettorale. I partiti per forza di cose utilizzeranno anche l’argomento pensione come strumento di consenso.

Già emergono alcuni punti cardine del pensiero delle forze politiche. Sembra che il PD vorrebbe la conferma dell’APE sociale e di Opzione donna. Forza Italia e Fratelli d’Italia punterebbero su un incremento a 1.000 euro delle pensioni minime. Dalla Lega torna in auge la Quota 41 per tutti, una misura che il “Carroccio” ha già utilizzato nelle ultime elezioni politiche come cavallo di battaglia. Il Movimento 5 stelle vorrebbe inserire nel sistema una uscita flessibile dai 63 anni ma con assegno calcolato con il penalizzante sistema contributivo. Ipotesi e proposte che rischieranno di restare tali, per via di lungaggini burocratiche e stallo del Governo. Sempre più vicino il ritorno della Legge Fornero quindi. Probabilmente l’unica cosa possibile, sempre usando il condizionale, è la conferma di quelle misure in scadenza nel 2022, compresa la Quota 102.

Lettura consigliata 

Calcolo della pensione a 67 anni favorevole per chi ha meno contributi

Consigliati per te