Parte oggi, ufficialmente, l’embargo al carbone russo. Parallelamente già si intravedono, anche in Italia, i primi provvedimenti volti ad un risparmio delle risorse energetiche. Ma è un poco tutta l’Europa che sta mettendo in essere strategie di questo tipo. Ad esempio Berlino ha iniziato a spegnere letteralmente le luci su circa 200 monumenti. E non è la sola. Pare che ad Hannover l’acqua calda sia stata tolta dagli edifici pubblici.
Sempre più sotto stress il settore energetico in Europa
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Una strategia che parte dal piano europeo per la riduzione ed il risparmio dell’energia, esigenza che è nata proprio in seguito della guerra tra Russia e Ucraina insieme all’esigenza, soprattutto per il Vecchio Continente, di trovare una propria indipendenza da Mosca sull’approvvigionamento energetico. Il piano elaborato dall’UE e che è entrato in vigore ieri, prevede un taglio del 15% dei consumi su base volontaria. Ma, come è facile dedurre, si tratta di un provvedimento che, sebbene abbia portato con sé polemiche e malumori, potrebbe creare i disagi e soprattutto spaccature all’interno della stessa Europa. In particolare con il sopraggiungere dell’inverno. A quanto pare l’Italia, però, sembra essere relativamente esentata dai tagli. Grazie alla sua politica di diversificazione dei fornitori, ha potuto strappare condizioni migliori in sede UE. Invece del 15%, per Roma il taglio non sarà superiore al 4%.
Le prime reazioni di Mosca
Da parte sua, però, Mosca non è stata a guardare. Dopo la questione Nord Stream 2, l’oleodotto che collega la Russia all’Europa e i cui flussi sono stati interrotti e diminuiti a seconda dell’andamento della geopolitica, Mosca ieri ha bloccato un altro canale di rifornimento: l’oleodotto Druzhba. Attraverso l’Ucraina, la struttura consegnava petrolio, tra le altre Nazioni, anche in Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.
Sempre più sotto stress il quadro della situazione sul fronte della guerra. Infatti un altro elemento che dovrà inevitabilmente essere messo sotto osservazione nelle prossime settimane sarà l’entrata di Svezia e Finlandia sotto l’ombrello della NATO. In queste ore il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato la ratifica per l’ingresso, dopo l’approvazione da parte del Senato. Ma anche in questo caso, purtroppo, non sarà l’unico fattore da tenere sotto controllo. Un punto di discordia, infatti, torna ad essere la Crimea. Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che la guerra finirà solo con la liberazione della Crimea, territorio che, per Mosca, è da considerarsi, invece, intoccabile.
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