Secondo le ultime sentenze si può modificare l’importo dell’assegno divorzile in questo caso comune

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Alla fine di molti matrimoni, ci sono 2 questioni economiche su cui spesso si discute particolarmente.
La prima riguarda l’assegnazione della casa familiare. Infatti, molti problemi sorgono nel decidere a quale degli ex coniugi spetti il diritto di abitare la casa coniugale. A rispondere a questa domanda è la giurisprudenza. Infatti, di recente, la Cassazione ha spiegato che l’assegnazione della casa familiare non è una questione economica, anche se è innegabile che attribuire il diritto di abitare la casa coniugale abbia anche dei risvolti economici.
Secondo la legge, però, il giudice, nell’attribuire il diritto di abitare la casa coniugale, non guarda ai rapporti economici tra i coniugi. Guarda, invece, al miglior interesse dei figli.

L’altra questione molto discussa riguarda l’assegno divorzile. Quando la coppia si separa e poi, eventualmente, divorzia il giudice deve ricreare l’equilibrio economico spezzato dalla fine del matrimonio. Capita spesso, infatti, che uno dei coniugi decida di dedicarsi alla famiglia e di non lavorare o di lavorare poco. Mentre l’altro pensi più alla carriera e a guadagnare per tutta la famiglia.

I presupposti

Questo meccanismo può funzionare all’interno di una famiglia solida, con un progetto di lungo periodo. Se, però, il matrimonio dovesse finire, il coniuge che ha lavorato meno, per dedicarsi alla famiglia, si troverebbe in difficoltà economica.
Così la legge prevede l’assegno di mantenimento, per la separazione, e quello divorzile, per il divorzio, per equilibrare i rapporti economici. Secondo le ultime sentenze il giudice nel quantificare l’assegno divorzile deve utilizzare, in particolare, il criterio retributivo.

Nel senso che deve verificare l’apporto dato dal coniuge economicamente debole alla famiglia, guardando alla durata del matrimonio e a quante occasioni ha rinunciato per dedicarsi alla famiglia. Se in base alle prove in giudizio, si stabilisce che il partner è diventato economicamente forte, anche grazie all’aiuto del coniuge economicamente debole, si liquida l’assegno divorzile.

Secondo le ultime sentenze si può modificare l’importo dell’assegno divorzile in questo caso comune

La giurisprudenza ha spiegato che, normalmente, una volta determinato l’importo dell’assegno, gli ex coniugi non possono chiederne la revisione. La Cassazione, con la sentenza 21051 del 2022, ha però chiarito un punto importante.

La Corte ha spiegato che è vero che normalmente gli ex coniugi non possono chiedere la revisione dell’importo dell’assegno, ma è altrettanto vero, però, che possono farlo quando ci siano delle circostanze eccezionali, che vadano a cambiare gli equilibri economici degli ex coniugi.
In questo caso, piuttosto frequente, cambiano proprio i presupposti sulla cui base il giudice decide per l’attribuzione dell’assegno. Secondo la Corte, quindi, se cambiano le condizioni economiche, in modo rilevante, entrambi possono chiedere al giudice di modificare l’importo dell’assegno divorzile.

Approfondimento

In questo caso molto comune e diffuso mancano i presupposti e non è più dovuto l’assegno divorzile

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