Come si procede al recupero crediti quando ci si dichiara nullatenente? Cosa possono pignorare i creditori? Ci sono casi in cui l’amministrazione finanziaria o un creditore non trova beni da pignorare al debitore in questione che si definisce nullatenente. In questi casi, come si procede al pignoramento se questi dichiara di non possedere beni da pignorare? La domanda che alcuni si pongono è la seguente: se sono nullatenente evito il pignoramento dei beni?
Cosa vuol dire essere nullatenente
Indice dei contenuti
Se la più parte della gente pensa che il nullatenente sia la persona che non dispone di alcun mezzo economico di sussistenza, la verità è ben diversa. Sebbene il significato letterale rimandi all’idea di una persona totalmente priva di beni, la realtà è differente. Dal punto di vista legale, il nullatenente risulta la persona alla quale non è intestato alcun bene. Vien da sé che, seguendo la definizione, molti adottino questa disonesta strategia per evitare la confisca di beni. Come? Intestando immobili, proprietà e beni di lusso a coniugi o altri familiari. In tale maniera, i furbetti delle strategie contro il fisco si ingegnano ad evadere tasse e confische nella misura in cui rifuggono in tali stratagemmi. Tuttavia, non è detto che questi debitori la facciano franca pur agendo tra le retrovie della correttezza fiscale.
Cosa si può pignorare al nullatenente
Se sono nullatenente evito il pignoramento dei beni? In realtà, chi tenta di alienare il possesso dei propri beni intestandoli a coniuge o figli può ugualmente essere inseguito dai creditori.
Quindi, in buona sostanza, il creditore può agire al pignoramento se il debitore ha tentato di alienare i beni nell’arco dei 5 anni precedenti. In questi casi, il creditore può dimostrare che il debitore ha avviato delle azioni di alienazione finalizzate all’evitamento della riscossione. Si procede, così, alla richiesta di revoca delle donazioni fatte negli scorsi 5 anni secondo quanto stabilito dall’articolo 2901 del Codice civile.
In un altro modo, si può procedere al recupero crediti tramite un pignoramento dello stipendio nei limiti stabiliti dalla legge.
Anche chi nasconde soldi all’Estero non è esentato dal saldo del proprio debito. In questi casi, il creditore può richiedere l’autorizzazione a consultare l’anagrafe dei rapporti bancari. Se il debitore risulta in possesso di un conto corrente attivo, quest’ultimo può essere aggredibile da chi avanza diritti sui crediti.
Molto spesso, quando il debitore è coniugato ed in comunione dei beni, si potrebbe procedere ugualmente al pignoramento. In questo caso, è possibile pignorare il 50% dei beni del coniuge in quanto la comunione dei beni prevede la condivisione tanto dei beni quanto dei debiti.
In alcuni casi, l’ufficiale giudiziario potrebbe procedere anche alla confisca dei beni mobili. Questo accade se, ad esempio, il debitore vive in un appartamento in affitto.
Alcuni pignoramenti ricorrono con una certa periodicità
Quando ci si rende passibili di pignoramento, va ricordato un aspetto fondamentale: non è detto che il nullatenente resti tale a vita. Questo significa che il pignoramento potrebbe ricorrere con una certa periodicità e colpire anche gli eredi. Come stabilisce l’articolo 2740 del codice civile, il debitore ha l’obbligo di rispondere con tutti i suoi beni, presenti e futuri. L’altro lato della medaglia, però, pone l’accento su una questione capitale: nessuno può essere costretto a pagare se non dispone dei mezzi per farlo. Queste vicende potrebbero dar luogo a situazioni piuttosto incresciose quando si adottano delle strategie volte a sfuggire ai propri oneri. Al contrario, è opportuno anche salvaguardare chi, realmente, non ha i mezzi per poter assolvere al pagamento.
L’auspicio è sempre quello che non si giunga mai a dover contrarre ingenti debiti e a non poter essere nelle condizioni di onorarli.