Ci sono lavoratori che oggi corrono il rischio di restare a lavorare fino ai 71 anni di età. Sembra una cosa clamorosa da dire, ma è esattamente ciò che prevede il sistema previdenziale italiano per quanti hanno iniziato a lavorare dopo il 1995. Addirittura 4 anni dopo quella che era e resta l’età per la pensione di vecchiaia ordinaria che è fissata a 67 anni.
Esistono però le pensioni in deroga che consentono un netto anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Addirittura si parla di 11 anni prima dei 67 anni per alcuni lavoratori che hanno determinati requisiti che adesso approfondiremo. In sostanza, se possiedi questi requisiti vai in pensione nettamente prima del previsto.
Se possiedi questi requisiti vai in pensione 11 anni prima
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Come abbiamo già accennato per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 la pensione per essere centrata a 67 anni di età necessita di requisiti aggiuntivi oltre ai vent’anni di contributi previdenziali previsti. Anche per la pensione nel 2023 l’assegno deve essere pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale e quindi superiore ai 1.400 euro lordi al mese. Ma con vent’anni di contributi nel 2023 si può uscire anche a 56 anni di età se la richiedente è una donna.
Se invece il richiedente è un uomo la pensione con 20 anni di contributi versati si può centrare anche a 61 anni di età e quindi sei anni prima della quiescenza di vecchiaia ordinaria. La misura si chiama pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile. Una misura particolare da questo punto di vista perché potrebbe lasciare dubbi e incertezze in quanti puntano proprio ad un’uscita così favorevole dal punto di vista dell’età.
L’invalidità specifica dell’INPS e i passaggi che il cittadino deve effettuare
La pensione anticipata con invalidità pensionabile è una misura assolutamente particolare perché consente un anticipo di 11 anni per le donne e di 6 anni per gli uomini rispetto alla pensione di vecchiaia canonica.
Serve però una invalidità specifica pari ad almeno l’80%. Da non confondere con l’invalidità civile generica in quanto questa parla di riduzione completa della capacità lavorativa e dello svolgimento delle quotidiane mansioni della vita di tutti i giorni. Quella specifica riguarda le attività lavorative del singolo richiedente. Ma come si fa ad ottenere queste invalidità utili ad una misura di pensionamento così anticipata? Primo passo resta il certificato medico del proprio medico di base. Deve essere infatti il medico di famiglia a produrre Il canonico certificato medico da inserire in piattaforma e per il tramite del quale l’interessato dovrà poi andare al patronato per produrre la domanda di pensionamento vera e propria.
Come ottenere il certificato medico di invalidità
Il certificato medico del dottore di famiglia non basta naturalmente per ottenere quello decisivo per la pensione. Infatti serve il certificato di invalidità. E per ottenerlo bisogna essere esaminati da una commissione medica ASL. Naturalmente insieme ai medici accertatori del Servizio Sanitario Nazionale è presente anche un medico dell’INPS. In pratica, il medico di famiglia non fa altro che inserire il cosiddetto certificato medico introduttivo. Si tratta di un certificato telematico la cui copia deve essere prodotta al patronato per procedere con l’istanza. Solo dopo la domanda al patronato, che finisce direttamente all’INPS, l’interessato verrà convocato a visita.