Le novità sul reddito di cittadinanza sono state profonde e radicali. Ci sono almeno 3 novità sul famoso sussidio che effettivamente hanno diametralmente modificato la misura a tal punto da eliminarla immediatamente per qualcuno e ridotta come durata per altri. Tutto deciso nell’ultima Legge di Bilancio, che il Governo ha varato introducendo un percorso che di fatto porterà alla cessazione della misura dal primo gennaio 2024. Se non vuoi perdere il reddito di cittadinanza devi fare subito queste cose
Ci sono cose che i beneficiari del sussidio, o chi aspira adesso a diventarlo, devono fare per continuare a percepirlo fin o al prossimo dicembre. Perché sono diventate più rigide le regole, soprattutto per chi è sotto i 60 anni di età e non ha particolari problematiche. Ma sono diventati più rigidi anche gli adempimenti.
Se non vuoi perdere il reddito di cittadinanza devi fare subito queste cose
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Il primo passaggio fondamentale che i beneficiari del reddito di cittadinanza dovevano fare a inizio anno è il rinnovo dell’ISEE. Anche chi doveva presentare domanda per la prima volta, ha dovuto prima di tutto dotarsi di un ISEE in corso di validità. Un adempimento che andava espletato entro il 31 gennaio, per non perdere il diritto al sussidio a febbraio. Chi ha ritardato, perderà il beneficio questo mese. Ma probabilmente tornerà a goderne a marzo. Il mese di febbraio però, vista la scadenza del reddito di cittadinanza a gennaio 2024, non verrà più recuperato.
Gli attivabili al lavoro e il reddito di cittadinanza
La principale cosa che è cambiata sul reddito di cittadinanza nel 2023 riguarda la divisione in due categorie dei potenziali beneficiari. Da una parte i cosiddetti fragili, cioè soggetti che hanno problemi quali sono le disabilità, gli anziani o i minori in famiglia. Chi ha nel nucleo familiare soggetti come quelli prima citati, avrà per tutto il 2023, sempre con ISEE già a disposizione, il sussidio per tutti i 12 mesi del nuovo anno. Gli altri invece, che sono la seconda categoria, lo percepiranno solo per 7 mesi. Chi lo prende da gennaio quindi, lo vedrà fermare ad agosto.
La dichiarazione di immediata disponibilità
Sempre per gli attivabili al lavoro, ovvero soggetti tra i 18 ed i 60 anni non ancora compiuti, ed appartenenti a nuclei familiari privi di quelle problematiche prima esposte, ci sono alcuni adempimenti da espletare. In primo luogo per loro il sussidio decadrà nel momento in cui rifiuteranno anche solo una proposta di lavoro loro pervenuta. Tolleranza zero quindi per chi rifiuta un lavoro, da qualunque parte esso arrivi e da qualsiasi luogo in Italia. Sempre questi occupabili, dovranno sottoscrivere il patto di lavoro o di servizio.
Si tratta della nota DID, acronimo di dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro. Infatti grazie a questa dichiarazione il beneficiario del reddito di cittadinanza oltre a poter ricevere proposte di lavoro, potrà partecipare ai corsi di formazione che i Centri per l’Impiego avvieranno. La mancata partecipazione al corso, oppure la mancata sottoscrizione della DID, sono cose che sortiscono lo stesso effetto della rinuncia all’offerta di lavoro, cioè, la decadenza dal sussidio. Ecco spiegato quindi cosa bisogna fare per salvare il reddito di cittadinanza. Perché anche chi perde il posto di lavoro nel corso del 2023, dovrà immediatamente sottoscrivere il patto