I soldi che vanno via in un anno per mantenere una casa sono tanti e spesso si tratta di costi fissi. Cioè uscite che si ripetono ogni mese e che è difficile modificare o azzerare. Facciamo due conti per capire quanto ci è costata nel 2023.
L’abitazione principale rappresenta per ognuno il nido da cui muovere all’alba e in cui rifugiarsi quando cala il buio. È l’alfa e l’omega della nostra giornata, il nostro piccolo, grande universo a cui nessuno rinuncia.
Tuttavia, da casa dolce casa si passa presto a casa cara casa se si pensa alle spese ad essa collegate. Infatti se lo stipendio finisce subito è anche a causa di quanto costa un’abitazione in un anno.
Le prime tre spese per incidenza e di lungo termine
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Le voci di spesa legate ad una casa variano molto da un caso all’altro. La metratura, l’ubicazione, l’essere una villetta singola o un appartamento in condominio, l’eventuale giardino e/o garage ecc. sono elementi che incidono sul computo finale.
Per semplificare al massimo prendiamo una casa di media-ampia metratura, ad esempio 100 mq.
Le prime tre voci di spesa spesso ricorrenti e comunque più incisive nel lungo termine sono il mutuo o affitto e le spese condominiali. Le prime due non interessano chi ha ereditato casa o ha già finito di pagarla, mentre il condominio non interessa chi vive autonomamente.
La rata del mutuo o pigione erode gran parte dello stipendio. La prima dipende principalmente dall’importo erogato, il tasso e la durata. La seconda dalla metratura e dall’ubicazione della casa. A spanne, nei due casi ci si muove in range tra i 400 e i 600 euro, ossia tra il 25% e il 40% di uno stipendio. Non mancano eccezioni in entrambe le direzioni.
Le spese condominiali oscillano tra 50 e 100 euro/mese, ma molto dipende se c’è il portinaio e/o giardino e/o riscaldamento centralizzato.
Se lo stipendio finisce subito è anche a causa di quanto costa tutto l’anno una casa di medie dimensioni
Poi ecco l’altro capitolo di spese più incisive, le imposte e le tasse sulla casa, cioè le uscite che vanno nelle casse dello Stato. Le prime gravano su redditi e patrimoni, le seconde sono legate ai servizi erogati dallo Stato al cittadino.
Pensiamo all’IMU quando dovuta, cioè case di lusso e diverse dalla prima casa. Le ultime stime su una seconda casa in un capoluogo di provincia parlano di un importo pari a 1.074 euro/anno.
Segue la tassa sui rifiuti, la TARI, fissata da ciascun Comune. Il suo importo dipende da una quota fissa e una variabile e in media oscilla sui 300 euro annui.
Il capitolo delle spese variabili legate a una casa
Se lo stipendio finisce subito ciò può infine dipendere anche dalle spese variabili, ossia:
- utenze domestiche come luce, acqua, gas, riscaldamento, abbonamenti vari (internet, pay TV, servizio di vigilanza ecc.). Quantificarle è difficile perché dipende dalla presenza o meno del Bonus sociale, quantità e qualità dei servizi collegati alla casa, ubicazione e metratura della stessa;
- le opere di edilizia come la classica tinteggiatura, il rifacimento del bagno o la cucina, gli infissi o il riscaldamento ecc.;
- il rinnovo della mobilia come letti, armadi, piccoli e grandi elettrodomestici ecc. Difficile quantificare i due ultimi capitoli di spesa giacché molto dipende dalle proprie disponibilità economiche e dallo stile e dal tenore di vita.