La legge guarda con molta attenzione al rapporto tra la banca e i suoi clienti. Questo succede per molte ragioni. La prima, e più importante, è la disparità di forza economica e informativa che esiste tra l’istituto di credito e il cittadino comune. Infatti, quando una banca e un cittadino stipulano un accordo, si tratta di un normale contratto tra due privati. Quindi non dovrebbe esistere alcun trattamento di favore per il comune cittadino. In realtà, però, la legge è ben consapevole della disparità di forze in campo e, dunque, tutela il cittadino con vari strumenti.
Da un lato, abbiamo le tutele previste dal Codice del Consumo. Questo è una raccolta di leggi, recenti e in continua evoluzione, che contiene tutti i diritti di una persona fisica che acquista da un’impresa. Anche qui, la legge presuppone che tra un soggetto che acquista un oggetto o un servizio per fini privati e un’impresa ci sia una disparità. Anche in questo caso, tanto di tipo economico quanto informativo. Il legislatore parte dal presupposto che il privato sia più debole economicamente e sia meno informato di un operatore professionale. Per questi motivi lo protegge con norme di favore.
I diritti del cliente
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In ambito bancario le tutele sono ancora più intense e specifiche e i diritti del cliente si trovano nel Testo Unico Bancario. Questa è appunto una raccolta di norme che vuole proteggere il privato dai possibili abusi delle banche. Se la banca commette queste violazioni della legge è tenuta a risarcire i danni provocati e a restituire i soldi prelevati al cliente.
Ad esempio, tra gli obblighi più importanti, e spesso non rispettati in pieno, delle banche ci sono quelli informativi. Quando il cliente compie delle operazioni la banca deve assicurarsi che il soggetto abbia ben chiara la portata dell’operazione e i rischi che sta assumendo. Se l’istituto di credito non adempie a questo obbligo informativo, in maniera piena, è responsabile nei confronti del cliente. Questo porta alla nullità del contratto stipulato tra banca e cliente, alla restituzione dei soldi investiti e al risarcimento.
Se la banca commette questa violazione di legge molto comune deve restituire molti soldi e risarcire il danno causato al suo cliente
È quanto stabilito dalla sentenza del 13 maggio 2022 del Tribunale di Benevento. Un cliente aveva richiesto alla propria banca di compiere alcune operazioni di investimento. Il processo ha accertato che la banca non avesse informato correttamente il cliente dei rischi legati alle operazioni effettuate. Questo ha comportato la violazione delle norme del Testo Unico da parte della banca e la sua responsabilità. Dunque, il giudice ha annullato il contratto di investimento e condannato l’istituto alla restituzione delle somme investite. Non solo, ma anche a riconoscere al cliente il risarcimento del danno provocato.
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