Se in casa abbiamo questi mobili anni ’70 è bene sapere che sono tornati di moda  

giradischi

Chiacchierando un giorno con un amico agente immobiliare, ci diceva che chi compra casa oggi, chiede sempre più ai proprietari di lasciare i mobili nella vendita. Soprattutto quando acquistiamo delle case di quarant’anni fa, dotate di mobilio dell’epoca. Sì, perché se in casa abbiamo questi mobili anni ‘70 è bene sapere che sono tornati di moda. E, alcuni di essi sono anche molto ricercati. Infatti, come sappiamo la moda è ciclica, anche quella dei mobili. Vediamo assieme ai nostri Esperti a cosa ci riferiamo.

Anni che segnano delle importanti novità

I nostri Lettori appassionati anche di economia, ricorderanno la famosa crisi petrolifera degli inizi degli anni ’70. Momento che determinò un sostanziale cambio di passo nell’utilizzo dei materiali, anche e soprattutto nel design di interni. In questo decennio i mobili e gli arredi videro una vera e propria rivoluzione di colori, forme geometriche e materiali.

Il mobile porta giradischi

Se in casa abbiamo questi mobili anni ’70 è bene sapere che sono tornati di moda, a partire dal porta-giradischi. Ecco una vera e propria icona di questi anni, ricercatissima sul mercato dei collezionisti e degli amanti del vintage. Il mobiletto porta dischi in vinile, con gli inserti laterali e lo spazio centrale per il blocco hi-fi è un vero e proprio accessorio cult del periodo. Se, poi, dovessimo trovarlo con gli LP inseriti, parliamo di un vero e proprio investimento. Il problema è che chi ce l’ha se lo tiene.

La poltrona più ricercata dai collezionisti

Se il porta dischi è un articolo di nicchia, la poltrona “Ball chair” è legata ai ricordi di molti di noi. All’epoca fece scandalo, per le sue forme futuristiche, ma proiettate già al progresso dell’arredamento. Chi non ricorda, tra i Lettori di quella generazione, la famosa poltrona, che sembrava una capsula spaziale, con la mitica imbottitura bianca?

Strana anche la sua ubicazione, perché, così simile a un addobbo, trovava posto non in mezzo alla sala, ma, tra le credenze e gli scrittoi, agli ingressi e davanti alle finestre. Il cuscino bianco era per i “conservatori”, mentre gli arditi sceglievano quelli arancioni e gialli. Per l’epoca, una vera e propria sfida alla morale.

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